PARITA’? NON SOLO, MEGLIO UNA SANA COMPETIZIONE.

10299964_288169284712732_4353227741989501482_nPortare avanti la differenza sessuale anziché nasconderla sotto una oltrepassata  idea di parità è la nuova frontiera del pensiero femminista moderno.  Dall’America all’Europa la polemica corre sul web e  investe donne di tutte le età che hanno un solo punto in comune, quello di allontanare la bandiera del vittimismo  che si riconosce nella definizione “vogliamo ma non possiamo”.

Superate le antitesi – vittima / strega oppure donna forte contro donna debole –  adesso c’è bisogno di nuovi linguaggi per sintetizzare le più recenti posizioni delle persone di genere femminile nella società di oggi.

I  guadagni ottenuti, o per meglio specificare,  i piccoli passi avanti che sono stati compiuti verso l’emancipazione e la tutela e  delle donne, ancora oggi, fra definizioni e luoghi comuni,  ricadono sulle spalle delle sesso debole di un tempo.

A questo punto potrebbe tornare vantaggioso un certo vittimismo e scoramento se si considera l’alto numero reati commessi in Italia e altrove che hanno come oggetto le donne e come soggetto l’uomo.

I femminicidi collegati allo stalking per esempio, reati di nuovo conio dato che si tratta di omicidi di donne commessi da uomini che non ammettono di essere rifiutati dalle loro partner. A  tal proposito proprio la parola femminicidio ancora non è entrata nel vocabolario italiano, e non viene riconosciuta neanche dai programmi di scrittura dei  computer.

Le denunce per stalking, parola che deriva dalla lingua inglese e  rientra nell’ambito della caccia,  sono comprese nella legge apposita che  ha definito modalità di intervento e condanne consistenti per questo reato come per gli abusi sessuali, crimine per il quale, come per gli altri, è utile ripercorrere la strada che ha portato a queste “novità” nel codice civile.

Infatti alcune date raccontano la lunga storia italiana del riscatto femminile, a partire dal diritto al voto decretato per legge dal 1946; per la parità retributiva bisogna aspettare il 1956 ma per l’indennità di maternità il 1987 e per quelle di disoccupate il 1998. Sul fronte giuridico invece le svolte  a favore del sesso femminile sono del 1981, sparisce dal diritto penale il cosiddetto delitto d’onore e solo nel 1996, neanche venti anni fa,  la violenza sessuale diventa finalmente reato contro la persona e non contro la morale pubblica.

Le attenuanti culturali di cui hanno usufruito gli uomini che hanno usato violenza sulle donne sono state disinvoltamente avallate nei secoli dai codici di procedura civile ma solo dal 2012 invece esiste il reato di stalking, configurato in quell’orribile fenomeno che si chiama appunto femminicidio.

Quindi l’ingiustizia nei confronti delle donne è esistita e esiste in tutto il mondo e viene fuori ogni volta che con la forza della volontà le donne dicono di no ad una relazione. Sbagliato, dunque,  cedere alla tentazione di rimozione del femminismo se ancora c’è bisogno delle quote rosa, un altro esempio di discriminazione,  per affermare la presenza femminile nei consigli di amministrazione e in tutti i consessi dove si prendono delle decisioni. Questo decreto legge è stato varato meno di dieci anni fa e non riguarda né la competenza né una sana competitività sia fra donne che fra uomini e donne.  (clap)10527903_289474031248924_2811657846572445334_n

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