«Auf Wiedersehen Hamburg»: l’omaggio di Fabio Guglielmino alla città di Amburgo

auf-wiedersehen-hamburg-2Una dedica alla città di Amburgo, che ha ospitato il cantautore palermitano Fabio Guglielmino per quasi due anni: un omaggio alle atmosfere nordiche e alle tradizioni marinaresche
Una dedica ad una città bellissima, lontana dalla Sicilia, ma piena di vita, con una ricca movida e tanta musica, dove i Beatles nei primi anni ’60 fecero la loro gavetta: è il brano “Auf Wiedersehen Hamburg” ( https://www.youtube.com/watch?v=H2eTl1M-hug ) del cantautore palermitano Fabio Guglielmino.
Amburgo ha ospitato l’artista per quasi due anni: il pezzo è un omaggio alla città, alla sue storie, alle sue luci e alle sue ombre. Una città dalle atmosfere nordiche, legata alle tradizioni marinaresche, Sankt Pauli, la Reeperbahn. Dirle arrivederci, “Auf Wiedersehen” appunto, non è facile. Un po’ come tradire una promessa, come avrebbero fatto i navigatori a Sankt Pauli nella storia, esattamente una parola data tra due anime e cuori di marinaio.
Nel 2015 Guglielmino aveva dedicato un suo brano ad un altro città, Francoforte, dal titolo “Fuori Tempo”, che fa parte dell’EP “I viaggi di Giosuè”.
Questa volta il brano è stato dedicato interamente all’essenza nordica, legata al mare, all’Elbe, di questa meravigliosa città. Il pezzo farà parte del disco che Guglielmino sta registrando e conterrà tutte composizioni scritte in città.
Il video è girato nei luoghi più rappresentavi di queste atmosfere: Reeperbahn, Altona e il Landungsbrücken (dove in passato partivano le navi in rotta verso l’America).
La produzione video è stata curata dal giovane videomaker Alex Schacht, mentre il protagonista è il modello attore Maximilian Belmont. Lo script e la storyboard sono state curate dallo stesso Guglielmino, mentre il brano è stato registrato grazie alla collaborazione con Marco Guglielmino, che ne ha curato la produzione, e i musicisti Daniele Zimmardi (batteria), Salvatore Mastropaolo (basso), Fabrizio Averna (synth e piano). L’assolo di tromba è di Guido Maria Pitti.
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