Teorie sulle origini pagane del Natale

Secondo alcune teorie il Natale ha tratto origine dal paganesimo: alcuni natale-sul-lago-2utilizzano questa argomentazione come preambolo per sostenere che il cristianesimo si sarebbe imposto con la forza sul paganesimo, distruggendo e appropriandosi di tutto quanto era a lui pre-esistente.

Poche settimane fa, il preside di una scuola milanese, si vide costretto a dimettersi a seguito di una decisione alquanto contestata: non festeggiare il Natale a scuola, posticipando l’annuale recita e abolendo ogni tipo di rievocazione legata alla religione cristiana, in rispetto di altre religioni.
Similarmente, nel 1990, il consiglio scolastico di una scuola in Ohio, vietò tutti gli allestimenti della Natività e altre attività natalizie in ogni proprietà scolastica, in quanto violazione di separazione tra chiesa e stato: alcuni genitori indignati si opposero e il consiglio fu chiamato in tribunale.
Il consiglio perse la causa: la cittadinanza aveva sostenuto che il Natale era una tradizione universale e fu considerato una parte di tutte le culture del mondo.
La decisione della corte affermava che il Natale non ha radici cristiane; la lettura della Bibbia e la preghiera sono associate con il Cristianesimo ma gli allestimenti potevano rimanere perché non erano realmente parte della religione.

Opinione che divide le masse, argomento sostenuto da numerose enciclopedie e motivo di divergenze è l’affermazione che Cristo non sia nato il 25 di Dicembre; Luca 2:8 cita: “Ora in quella stessa regione c’erano dei pastori che dimoravano all’aperto nei campi, e di notte facevano la guardia al loro gregge”.
Il dimorare nei campi non succedeva mai a Dicembre: lo stesso Canto dei Cantici dimostra che l’inverno era la stagione delle piogge e che i pastori non potevano rimanere al freddo e nei campi all’aperto di notte.
Origene di Alessandria (185-254 d.C.) dichiara che “nelle Scritture sono i peccatori, e non i santi, che celebrano la loro nascita”, facendo riferimento alle feste di compleanno degli imperatori.
Secondo un giornale Americano, The Buffalo News, “il primo riferimento al Natale che segnò il 25 Dicembre viene dal secondo secolo dopo la nascita di Gesù. Le prime celebrazioni del Natale furono in relazione ai Saturnali Romani, una festa del raccolto che segnava il solstizio dell’inverno; erano un periodo chiassoso, contrastato dai Cristiani, ancora in minoranza. Pare che il Natale si sviluppò come un mezzo per sostituire l’adorazione del sole (in inglese “sun”) con l’adorazione del Figlio (in inglese “son”)”.
La festa pagana dei Saturnali, che si svolgeva dal 17 al 24 Dicembre, spingeva i cittadini a decorare le loro case con verde e luci e donavano regali ai bambini e ai poveri.
La festa del 25 Dicembre del “natalis solis invicti”, la nascita del sole invincibile, fu decretato dall’imperatore Aureliano nel 274 d.C. come una celebrazione del solstizio invernale, e qualche tempo dopo fu cristianizzato come una data per celebrare la nascita del Figlio della Luce.
I Saturnali celebravano Saturno, dio dell’Agricoltura e della semina, perché il calore del sole era necessario per permettere la semina e la crescita delle culture.
Volendo comunque dare credito all’originalità pagana della festa, alcuni parlano di “usurpazione impropria” da parte della Chiesa cristiana, finalizzata a “ingannare” il popolo ma, come spiegato sull’Enciclopedia Treccani, ”in qualunque incontro tra culture diverse fenomeni di assimilazione e sostituzione sono comuni: il cristianesimo primitivo ha preferito coglierne il significato simbolico e trasferirlo in Cristo. L’inculturazione della fede è un fenomeno normale, comune e legittimo della vita della Chiesa, si tratta della trasformazione, dell’integrazione e del potenziamento dei valori che si incontrano nelle civiltà in cui si innesta il cristianesimo. Esse non vengono cancellate, ma valorizzate attraverso una spiritualità nuova”.

Ai nostri giorni, le tradizioni di Natale sono focalizzate principalmente sui figli e su una simpatica bugia che accomuna tutti: l’esistenza di Babbo Natale; ma secondo l’Enciclopedia della Storia Universale di Langer,”Santa” era lo stesso dio del fuoco che scendeva dal camino degli antichi pagani”.
Quando la Chiesa riformata cercò di portare nell’ortodossia la pratica popolare, sostenne l’immagine di Gesù Bambino dispensatore di doni ai bambini, insieme alla figura di Papà Natale come aiutante.
L’usanza di fare i regali per Natale, viene collegata all’esempio Biblico dei «tre re Magi» che donarono regali a Cristo, infatti in Matteo 2:1-11 è riportato: “Ora, dopo che Gesù era nato in Betlemme di Giudea al tempo del re Erode, ecco dei magi dall’oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: Dov’è il re dei Giudei che è nato? E, entrati nella casa, trovarono il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono. Poi aperti i loro tesori, gli offrirono doni: oro, incenso e mirra”.
In realtà, i doni erano legati ad un’antica usanza dell’Oriente, secondo la quale era obbligo presentarsi davanti ad un re portando dei doni (in questo caso, “il Re dei Giudei”).
Il moderno albero di Natale, invece, ebbe origine in Germania; ma i Germani lo presero dai Romani, che lo presero, a loro volta, dai Babilonesi e dagli Egiziani. Per gli antichi Egizi, l’abete, era considerato simbolo della nascita perché secondo la loro tradizione, sotto i suoi rami era nato il dio Biblos.
L’origine della ghirlanda di agrifoglio, infine, è anch’essa legata ad una tradizione pagana secondo la quale, i pagani europei portavano rametti d’agrifoglio nelle loro case, offrendole alle fate dei boschi come rifugi dalle intemperie del rigido inverno.
Essendoci dozzine di diversi tipi di agrifoglio, e tutti con varietà femminile e maschile, le ghirlande di agrifoglio trovarono anche la loro via nei rituali pagani come simbolo d’amicizia e fertilità.

 

Valentina G.

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