Palermo: donne di ieri

Nella storia della Sicilia, tra il succedersi delle varie epoche e la decisa divorzio all'italianoimpressione del cambiamento, la partecipazione e il contributo femminile divenne parte integrante.
Diverse sono le testimonianze che riportano alla luce i nomi delle grandi donne che hanno fatto la storia. Tra gli scritti più recenti vi è l’opera di Salvatore Di Marco, poeta e storico della letteratura e della cultura siciliana, che nel libro “Figure femminili del Novecento a Palermo” analizza e valorizza la figura femminile in un contesto storico-sociale comunque sia “limitato”.
Le donne erano rimaste a lungo fuori da qualsiasi schema, erano quasi destinate ad essere figure indistinte in una storia locale dominata dal malaffare, pertanto nessuno si accorgeva della loro forza e della loro reale valenza.
Per fortuna c’era pure chi invece, grazie alla propria determinazione, donava frutti di civiltà a una Palermo bisognosa di presenze gentili; tra incredulità e diffidenza spiccavano forti personalità, come quella di Anna Grasso, fondatrice del partito comunista, o Alda Pane e Assunta Martinez, autrici di racconti e poesie, donne che con tenacia affermarono il loro diritto ad un’esistenza non soffocata.
Non tarda ad emergere una figura femminile come quella di Rosa Balistreri, cantautrice del sud che raccoglieva canti di contadini, pescatori e zolfatari, mischiati a canti d’ amore. Si definiva “attivista che faceva comizi con la chitarra”. Nei suoi canti vi erano accuse, proteste, descrizioni di una vita poco agiata e di donne siciliane costrette a vivere come bestie. Rosa subì e si ribellò ai soprusi dell’uomo.
Spostandoci su un versante più politico si fa spazio Rosita Lanza di Scalea, militante e femminista iscritta all’Udi (Unione donne italiane), figlia dell’ultimo sindaco di Palermo prima dell’ avvento del fascismo. Rosita fu una pioniera che si scontrò con le leggi fasciste che vietavano la propaganda sulla limitazione delle nascite, una laica che anticipò i tempi e che instituì, presso la sua abitazione, a Palermo, il primo consultorio siciliano.
Altra donna di forte impatto fu Serafina Battaglia, donna che negli anni 60 diventa l’ immagine della Sicilia che si ribella alla mafia. Moglie alla quale strapparono via il marito, madre alla quale strapparono via il figlio. Il suo il desiderio di vendetta si trasformò in sete di giustizia.
Nonostante la mentalità retriva, che attribuiva alle donne il ruolo di depositarie dell’onore familiare, limitando la libertà personale e arrivando a condizionarne l’intera esistenza, la donna siciliana fu capace di ribellarsi e di lottare per assicurarsi i beni di prima necessità, per esprimere il diritto alla propria sessualità, per sottrarsi al prepotere maschile e per avere riconosciuta l’uguaglianza di trattamento economico e giuridico.

 

 

Giusy Modica
Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto.
Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.

 

 

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