“Museo Artium” tra sogno e realtà: ecco come deve essere “un museo a misura di bambino”.

Una domanda che ci siamo sempre posti, visitando i musei, è questa: “Come deve essere un museo a misura di bambino?”, il tutto ha avuto inizio con la creazione del nostro Museo, un museo dei mestieri antichi e delle tradizioni popolari, memoria dei tempi passati che oltre a raccogliere testimonianze delle nostre tradizioni potesse diventare un punto di partenza per una cultura scolare e pre-scolare che non può e non deve dimenticare le radici del proprio territorio. Siamo partiti da un dato oggettivo: fortunatamente sta aumentando il numero di famiglie che porta i propri figli alla scoperta di musei e luoghi della cultura, in cui trovare nuovi stimoli e rinnovate fonti d’ispirazione; così abbiamo raccolto la nostra esperienza che da oltre 25 anni parla di arte ai bambini attraverso corsi di pittura, disegno, acquerello, musica, danza in una vera accademia che ha visto centinaia di allievi avvicinarsi a questo fantastico mondo, e l’abbiamo riproposta negli spazi del museo sia attraverso i corsi della nascente Artium Academy, che attraverso le visite guidate adattate alle esigenze dei più piccoli visitatori.
Così da proprietari e gestori del Museo Artium ci siamo dedicati ad azioni puntuali e integrate, attivando collaborazioni in diversi ambiti in modo da amplificare l’intera esperienza formativa proposta. L’idea parte da una consapevolezza sul potere dell’arte e sulla necessità della divulgazione “artistica” dove non può prescindere la concezione del bello, la scoperta e la ricerca che la nostra sede museale conserva.
Quindi abbiamo adottato le giuste misure e le azioni da compiere affinchè il museo potesse definirsi a misura di bambino.
Sicuramente le famiglie con bambini rappresentano una apprezzabile parte di fruitori del patrimonio ma l’offerta culturale non può e non deve limitarsi alla sola fruizione e si deve adattare a seconda dell’età dei bambini e come nell’ esperienza artistica, abbiamo deciso di dedicare e diversificare le offerte didattiche museali, rendendo il museo fruibile alle varie esigenze.
Ecco che nasce “Il Museo a misura di bambino”: gli spazi per la didattica.
In primo luogo, abbiamo riservato uno spazio adatto all’esperienza didattico museale proposta ai bambini: immaginando prima e realizzando con opportuni mezzi, come il fumetto, un percorso innovativo che, insieme ai contenuti proposti e all’impatto che l’ambiente determina sul bambino, unito con la fase laboratoriale, avesse come fine ultimo non solo restituire la fase della conoscenza ma anche il desiderio di ritornare e rivivere un’altra volta l’esperienza e di trasmetterla ai coetanei. Nell’organizzare tale percorso abbiamo considerato diversi fattori, dalla progettazione alla fruizione al potenziale formativo che deve contenere per lasciare una traccia positiva nel piccolo fruitore.
Per una corretta fruibilità ci siamo assicurati di lavorare sulla massima accessibilità, i passaggi o le postazioni di lavoro, le giuste misure e la sicurezza ma soprattutto il racconto, la storia vissuta, la scoperta che è stata amplificata dalla presenza dei dipinti su tela che rappresentano visivamente i mestieri antichi dove i personaggi raffigurati instaurano un rapporto diretto con il loro vissuto e con l’osservatore. Abbiamo, inoltre, dato massima importanza allo spazio che è il luogo fisico in cui i bambini interagiscono con noi, con i coetanei e con gli stimoli che abbiamo progettato per loro rafforzando messaggi, evitando inutili distrazioni. Ci siamo confrontati con la realtà del museo, le sue dimensioni, orientamento, temperatura, colori delle pareti, oggetti presenti, illuminazione, odori, aree di interesse, e le abbiamo rese fruibili e accattivanti attraverso piccoli stratagemmi capaci di stimolare la creatività, la sorpresa e la curiosità che è intrinseca nei bambini.
Ecco le caratteristiche dello spazio che abbiamo dato al nostro progetto identificando i luoghi e gli oggetti che potessero far parte di un filo conduttore, il racconto come in una fiaba. Abbiamo valorizzato le modalità di lavoro, messo in risalto le peculiarità di materiali e relazioni interpersonali attraverso la disposizione spaziale; segnalato punti di riferimento visivi, riflessi nel racconto attraverso immagini e narrazioni che mettessero in relazione l’oggetto indagato con il racconto facilitando la decodifica dell’ambiente e mettendo a proprio agio il bambino.
Biagio Sciacca

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