“La Terra, il Sangue e le Parole”, è il titolo del convegno organizzato a Palermo il 12 aprile 2016 dall’ANAS Zonale Madonie

“La Terra, il Sangue e le Parole”, è il titolo del convegno organizzato a Palermo il 12 APRILE  paracadutisti2016 dall’ANAS Zonale Madonie. E’  una iniziativa promossa insieme ad altri partner per sensibilizzare le istituzioni e la società italiana sull’attualità mediterranea, anche collegata al vicino medio oriente, e sull’importanza della costruzione di un’area mediterranea di pace e prosperità per la stabilità sociale ed economica dei popoli e dei paesi europei, anche alla luce dei numerosi conflitti che caratterizzano l’area in questo momento storico e delle dure conseguenze  che ricadono sui popoli europei, a cominciare dall’Italia e dalla Sicilia, regione centrale nel contesto geopolitico euromediterraneo.

In particolare, l’incontro intende affrontare il fenomeno bellico israelo-palestinese, analizzando e riflettendo sul difficile processo di pace in Israele e Palestina, anche approfondendo gli sforzi compiuti dalla comunità internazionale per sostenerlo e gli ostacoli che si sono via via incontrati e aprendo ad una innovativa riflessione sul ruolo della Sicilia nel Mediterraneo come portatore di pace ed interlocutore privilegiato tra i paesi dell’area.

Partendo dalle prospettive autorevoli e ricche di spunti di riflessione di personalità coinvolte con vesti diverse in alcune missioni istituite nell’ambito delle varie fasi del conflitto israelo-palestinese, quali il prof. Simon Petermann e il Generale Pietro Pistolese e dalla loro pubblicazione sul tema: “La Terra, il Sangue e le Parole. Israele e Palestina: un percorso minato verso la pace” (Stefano Termanini Editore),  e di esponenti delle Istituzioni regionali, il convegno intende fornire un mosaico differenziato di esperienze e testimonianze utili alla più ampia riflessione sull’attualità mediterranea per contribuire a dipingere il quadro complessivo dei temi centrali e più critici del conflitto e del “processo di pace” ad oggi irrisolto, a partire dagli accordi di Oslo e dall’evoluzione di tale processo nel tempo.

Il riferimento alla “Terra, al Sangue e alle Parole” intende dare risalto, oltre che alle ragioni del conflitto di un territorio segnato dalle divisioni e alle dinamiche drammatiche di una guerra cosparsa di bombe e attentati, anche alla guerra parallela del linguaggio, di un vocabolario sempre più duro diventato automaticamente strumento e caratteristica culturale e politica: espressioni come “territori occupati”, “amministrazione civile”, “Cisgiordania”, “Giudea e Samaria”, “settler”, “coloni”, e su tutte la parola “terrorista”, identificano la posizione dell’interlocutore sul conflitto.

Spazio viene dato anche alla riflessione sui rapporti tra nazionalismi e religione e alle prerogative dei popoli rispetto le condizioni di vita attuali e le prospettive future, anche da un punto di vista umanitario e sociale, nonché al ruolo della Sicilia quale soggetto terzo, al centro del Mediterraneo, da sempre crocevia di popoli e culture, regione di rilevanza geopolitica in cui sviluppare metodi e approcci per la stabilità e la pace dell’area.

Print Friendly, PDF & Email

Related posts

Leave a Comment