Il ritorno all’agricoltura e le nuove figure professionali

 

Dopo quattro generazioni in cui il lavoro in agricoltura è stato rappresentato come ambito di miseria, ignoranza e fatica, i dati statistici indicano che i giovani stanno riscoprendo l’agricoltura anche e soprattutto come fonte di occupazione e reddito.

Aziende reinventate e aperte alle esportazioni con strategie di marketing: i giovani incrociano vecchio e nuovo nell’agricoltura, filone in ascesa nelle aziende capitanate dagli imprenditori di ultima generazione; iscrizioni su del 18,6% a scienze agrarie e forestali, di quasi il 23% a scienze alimentari, di oltre il 43% nei corsi di laurea accreditati in zootecnia e scienze della produzione animale.

La marcia in più sta nella creatività di chi si avvicina a un business di vecchissima data con tecniche al passo di un’era digitale.

Si valuta che un imprenditore agricolo su tre sia donna e il dato più interessante è che quando l’impresa è a conduzione femminile, i ricavi sono più alti: in media 28.500 euro contro 24.800 euro (è quanto dimostra il Rapporto Censis presentato da Cia, Confederazione Italiana Agricoltori). “Le donne nel settore agricolo offrono servizi innovativi” racconta Federica Ortalli presidente del Comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio di Milano “utilizzano social media o Internet e creando un ponte che unisce mondi diversi”.

Le politiche nazionali e comunitarie, attraverso sgravi fiscali, mutui a tassi agevolati e premi all’insediamento di giovani in agricoltura, hanno favorito questo processo che presenta diversi aspetti positivi.

E’ diventata una scelta consapevole, più che una costrizione per i tempi di crisi: una scelta che in tanti casi significa accettare di guadagnare meno, ma in un contesto ricco di soddisfazioni e che mette in contatto con l’essenza stessa della vita.

Sono 113 mila le aziende agricole “multifunzionali”, quelle che svolgono attività connesse all’agricoltura: si tratta di aziende, spesso piccolissime, che aggiungono servizi all’attività di coltivazione e allevamento classico.

La bellezza e la salute sono tra i settori che più di altri hanno ispirato nuove esperienze nelle campagne con il “boom” dei cosmetici naturali: dalla stella alpina all’arnica, dal latte di asina all’extravergine, dalla vite al genepy anche da utilizzare per speciali sedute di agriwellness nelle farmbeauty, aziende agricole adattate allo scopo.

Sul fronte alimentare c’è il “boom” dei microbirrifici artigianali e poi tutto il nuovissimo settore delle natural energy drink fatte riscoprendo antiche ricette, mettendosi a coltivare speciali microalghe o realizzando ricette particolarmente innovative come lo spritz al miele.

Ci sono aziende agricole che recuperano al lavoro persone con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare), con disabilità fisica e psichica impegnate magari in ortoterapia e ippoterapia o persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata, madri in difficoltà).

Tre giovani del catanzarese hanno deciso di tornare nei luoghi d’origine dopo aver studiato al Nord e ripopolare con i bachi da seta un terreno abbandonato da 10 anni; la Vecchia Fattoria a San Pietro di Morubio (Verona) accoglie bambini da ogni parte d’Italia, spesso disabili o affetti da particolari patologie psico-fisiche; alle porte di Roma c’è una cooperativa  sociale che realizza una agricoltura solidale proponendo prodotti ortofrutticoli di qualità a un prezzo equo, realizzati con l’impiego di persone in condizioni di difficoltà; ci sono aziende che coltivano il lino come proposta educativa; c’è chi ha trovato uno sviluppo della sua attività nell’organizzazione di “agrimatrimoni”; o chi, come tre ragazzi siciliani, alleva le chiocciole: un’intuizione non da poco, visto che le uova arrivano a costare anche 1800 euro al kg.

Sono tantissime le figure professionali inedite e in continua evoluzione: l’agriestetista, che con le erbe tipiche del territorio realizza cosmetici naturali; l’agristilista, che fa abiti filati con ortica, canapa e soia; il canestraio, che realizza cesti eterni, fatti con erbe palustri manualmente raccolte; il carbonaio; l’agriscultore, che trasforma la natura in scultura; il tutor dell’orto, che guida con consigli agronomici dalla semina alla raccolta per ottimizzare gli spazi disponibili anche con idee creative; l’agritata che da’ assistenza ai più piccoli in strutture come agriasilo e agrinido; l’agrierborista, che coltiva, raccoglie e trasforma piante medicinali per il benessere, la salute e la bellezza; l’agribirraio, che, basandosi sulle direttive dei monaci trappisti del Belgio, produce birra.

 

 

Valentina G.

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