Eccesso di regole e burocrazia infinita. Quanto questi fattori pesano sul fare impresa?

Una recente indagine del Censis sulla difficoltà dei privati italiani di fare impresa ha rivelato che “Il contesto internazionale è oggi favorevole alla ripresa economica, ma la chimica interna del sistema rischia di frenare la crescita. Nella graduatoria mondiale della World Bank, l’Italia si colloca al 56° posto su 165 Paesi per facilità di fare impresa”.
pressione fiscaleI maggiori fattori di preoccupazione per imprenditori e potenziali imprenditori sono l’insostenibile pressione fiscale che spesso spinge le imprese all’evasione, gli infiniti iter burocratici, la corruzione ed un surplus di regole che porta inevitabilmente ad una “impresa di fare impresa”.
I numeri parlano chiaro: in Italia se si vuole costruire un capannone per ottenere un permesso edilizio servono mediamente 233 giorni; in Germania bastano 96 giorni, 105 nel Regno Unito, 183 in Francia. Per allacciarsi alla rete elettrica, in Italia sono necessari in media 124 giorni: 28 in Germania, 79 in Francia, 85 in Spagna.
Le nostre industrie sono sottoposte ad un carico fiscale che è pari complessivamente al 65,4% dei profitti realizzati, contro il 33,7% del Regno Unito, il 48,8% della Germania, il 58,2% della Spagna. E, come riporta il Censis, “Nel nostro Paese pesano particolarmente le imposte sul lavoro, che raggiungono il 43,4% del totale dei profitti (l’11,3% nel Regno Unito, il 21,2% in Germania, il 35,7% in Spagna)”.
Altro fattore frenante è la corruzione dilagante, infatti secondo l’indice di Transparency International, il nostro Paese si posiziona al 69° posto su 175 Paesi per corruzione pubblica percepita, ultima tra i Paesi europei insieme a Grecia, Bulgaria e Romania.

Maria Valentina Pasta.

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