RAPPORTO ANNUALE DELL’ISTAT: UNA FOTO SULL’ITALIA DI OGGI

Secondo i dati dell’Istat cresce la disuguaglianza nella distribuzione del reddito, un minore su cinque è in condizione di povertà, sei giovani su 10 vivono a casa dai genitori, uno su quattro non studia e non lavora. Le previsioni dell’Istat nel suo rapporto annuale 2016 riguardano il fatto che nel 2015 il tasso di disoccupazione resterà ai livelli del 2010.foto istati

Un minore su 5 vive in povertà e oltre 2 milioni di famiglie non hanno lavoro. I minori sono i soggetti che hanno pagato di più a causa della crisi in termini di povertà. Anche la povertà degli anziani si è aggravata nel 2014 rispetto agli anni precedenti. Il rapporto annuale dell’Istat rileva che il sistema di protezione sociale italiano  è uno dei più inefficaci tra quelli europei, visto che la spesa pensionistica comprime il resto dei trasferimenti sociali e aumenta il rischio di povertà. Solo in Grecia il sistema di aiuti è meno efficace che in Italia.In Italia, sottolinea l’Istat, la disuguaglianza nella distribuzione del reddito (misurata attraverso l’indice di Gini sui redditi individuali lordi da lavoro) è aumentata da 0,40 a 0,51 tra il 1990 e il 2010; si tratta dell’incremento più alto tra i paesi per i quali sono disponibili i dati. I ragazzi che non studiano e che non lavorano sono 6 giovani su 10 tra i 18 e i 34 anni e sono più di 2 milioni i ragazzi tra i 15-29 anni che non studiano e non lavorano di cui solo 3 su 4 vorrebbero lavorare. I giovani a tre anni dalla laurea non cercano lavoro ma continuano a studiare. Nel 2015, infatti, il 78,7% di coloro che dichiarano di non cercare lavoro risultano impegnati in dottorati, master, stage o ulteriori corsi di laurea, quando nel 1991 la stessa quota era pari a 59,7%. L’andamento dei prezzi è ancora molto debole e il mercato del lavoro è incerto nel 2016.la ripresa dei consumi è insufficiente a bilanciare il calo dei prezzi energetici. , il mercato del lavoro nei primi tre mesi 2016 mostra una sostanziale stabilità degli occupati. L’Istat prevede inoltre, in un esercizio statistico, un miglioramento piuttosto modesto dell’offerta. Di lavoro nei prossimi anni. Al 1 gennaio 2016 la stima della popolazione italiana è di 60,7 milioni di residenti (-139mila sull’anno precedente) mentre gli over 64 sono 161,1 ogni 100 giovani con meno di 15 anni. Il nostro Paese è tra i più invecchiati al mondo, insieme a Giappone e Germania. Nel desolante quadro demografico si inserisce il nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia per le nascite: nel 2015 sono state 488mila, 15mila in meno rispetto al 2014. Per il quinto anno consecutivo diminuisce la fecondità, solo 1,35 i figli per donna.

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