Una terapia gentile di “stratching” e messaggio

La Tecnica di Rilascio Miofasciale è una terapia gentile di “stretching” e massaggio che usa la manipolazioneMyofascial del corpo intero per promuovere la cura e alleviare il dolore.
Una restrinzione della fascia fibrosa del tessuto connettivo, che riveste completamente i muscoli di tutto il corpo, fa operare quest’ultimo in una condizione alterata, compromettendo la gestualità della performance sportiva e della vita quotidiana. Ecco che allora subentra la tecnica del Release, con lo scopo di detensionare l’intera catena connettivale.
Il Release Miofasciale risale agli esordi dell’osteopatia americana del secolo scorso ed è stato rielaborato nei decenni, fino ai giorni nostri, da diversi osteopati.
La suddetta tecnica, inizialmente, viene descritta come “una conversazione non-verbale” tra le mani dell’osteopata ed il corpo del paziente. Successivamente, con la preparazione atletica e con l’utilizzo della pratica negli sport professionistici, l’approccio al Release muta, fino al raggiungimento di una metodica in autonomia. Il principio che riguarda quest’ultima è quello di applicare il peso del proprio corpo sugli strumenti, andando a modificare la leva per aumentare e diminuire la pressione, e tramite scivolamenti, flesso-estensioni articolari e mobilizzazioni, eseguire un vero e proprio automassaggio andando a “scollare” la fascia dal muscolo, riportandola all’originale elasticità.
L’utilizzo di tools appositi, differenti per dimensione e densità, consente al personal trainer di portare all’interno del centro fitness questa tipologia di lavoro. Ogni area anatomica viene trattata con attrezzi appositamente creati per enfatizzare i risultati. Uno dei tools più comuni è il “foamroller”, rotolo di gomma liscia o levigata, capace di far migliorare l’elasticità muscolare ed accelerare i tempi di recupero.
Le tecniche di release miofasciale possono essere utilizzate anche in lezioni di gruppo che solitamente vengono integrate con lavori funzionali. Le group class si sviluppano alternando esercizi di detensionamento associati a tecniche di potenziamento a corpo libero.
Beneficiano di questa tecnica soggetti colpiti da diverse sofferenze dolorose che interessano i muscoli ed i tessuti connettivi: fibromialgia, traumi da sport, cicatrici e aderenze post-traumatiche e chirurgiche, sindrome da dolore miofasciale cronico, disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare, emicranie, ecc..

Palermo
31 Agosto 2016

Giusy Modica

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