Un antico metodo di ginnastica, il Qi Gong

Il Qi Gong è un antico metodo di ginnastica che affonda le sue radici nella Cina di oltre 7000 anni fa, quando era considerata “l’arte di guarire e l’arte della longevità”. Essa racchiude in se l’insieme delle tecniche corporee,PANORAMA respiratorie, meditative e di visualizzazione che, attraverso l’impiego della forza muscolare, ma soprattutto mediante un continuo coinvolgimento del pensiero e del respiro, consente di prevenire e curare i disturbi dell’unità mente-corpo.
Fin dalle origini il Qi Gong venne a far parte, come ginnastica medica, di quel “corpus” che costituì in seguito la medicina tradizionale cinese, insieme al massaggio, alla dietetica, alla farmacologia e all’agopuntura.
I principi alla base del Qi Gong e gli aspetti su cui la disciplina lavora sono tre: la postura, il respiro e la consapevolezza.
L’attenzione alla postura avviene attraverso l’azione, fisica e mentale, su alcuni punti definiti i “cinque pilastri”, catene muscolari che si trovano all’interno del corpo: lo sternocleidomastoideo, il diaframma, i muscoli paravertebrali, lo psoas e i muscoli addominali. Fondamentale è il respiro, attraverso cui si può entrare in contatto con il macrocosmo. La consapevolezza che è definita “Yi”, invece dà “l’intenzione” alla pratica del Qi Gong, ovvero lo scopo che si intende raggiungere attraverso la disciplina e l’allenamento.
Il Qi Gong annovera numerosi stili. A partire da alcuni esercizi base, che sono stati ereditati dai maestri (sciamani), nel corso dei secoli sono poi nate differenti correnti. I principali stili di Qi Gong sono attualmente quattro e si differenziano proprio per l’utilizzo della pratica e il fine ultimo che si intende raggiungere. Alcune pratiche sono state ideate a scopo preventivo e riequilibrativo, altre a scopo curativo. Il “Dao Yin” mira ad apprendere come muovere il Qi (energia) all’interno del corpo ed avere padronanza delle forze che lo governano al livello di viscere, organi e meridiani; il “Wu Shu” è comunemente impiegato come preparatorio per le arti marziali; il “Nei Dan” punta ad una trasformazione individuale attraverso l’azione sui “Dan Tien”, che sono punti specifici individuati all’interno del corpo; il “Tu Na” serve, infine, per espellere il Qi patogeno e pulire il corpo liberandolo dalla malattia.
Tale disciplina può essere praticata ovunque. Per farlo, e per raggiungere la concentrazione necessaria, è importante saper arrivare ad una condizione che nella medicina cinese è definita “di pace interiore”. In alcuni casi per pervenire a questo risultato possono essere utili la musica o alcuni incensi che attivano, attraverso le note e gli odori, determinati meccanismi che agevolano la concentrazione e la meditazione.
La pratica di un Qi Gong di medio livello, attraverso esercizi fisici, respiratori e di visualizzazione, ha come obiettivo, quindi, l’armonizzazione del corpo e della mente, eliminando tutti quegli “inquinanti esterni ed interni” che accerchiano il corpo nel corso dell’esistenza: stress, ritmi scorretti di vita, cattive abitudini alimentari, dipendenze, ecc.
Negli ultimi tempi, e non solo in Cina, molti protocolli terapeutici prevedono la pratica del Qi Gong, se non come alternativa, certamente come coadiuvante di provata utilità in chiave preventiva in primo luogo, ma anche nella gestione di patologie cronico-degenerative e tumorali, o nei procedimenti riabilitativi post-chirurgici, post-infettivi e post-traumatici.
Nelle diverse varianti, le posizioni di base, sia quella in piedi, sia quella seduta, sono fondamentali per iniziare qualsiasi formula semplice o complessa di Qi Gong. La posizione in piedi, ad esempio, è l’esercizio che mette il corpo fisicamente e mentalmente nella migliore condizione per attivare i circuiti energetici. Le ginocchia sono appena flesse, per consentire alla colonna vertebrale di raddrizzarsi; i piedi in parallelo, separati da uno spazio uguale alla larghezza delle proprie spalle; la testa tesa verso l’alto e il mento un poco rientrato, per allinearsi al torace; i muscoli del collo e della testa sono rilassati e le braccia non irrigidite. Si fa intervenire quindi la respirazione, che può essere condotta con diverse modalità e tecniche, ma che avviene sempre attraverso il naso in maniera impercettibile, mai in modo superficiale o rapido. Da questo momento comincia, attraverso il respiro e il pensiero consapevole, il lavoro sul Qi.
Questa è una tecnica che non ha fondamenti scientifici e che non può essere utilizzata in sostituzione delle pratiche mediche ufficiali. Tuttavia la sua natura non “invasiva” la rende praticabile, senza controindicazioni, da chiunque.

29 Febbraio 2016

Giusy Modica
Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto.
Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.

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