La tendinopatia del tenine d’Achille è un problema che generalmente riguarda gli atleti

Per “tendinopatia” si intente una generica condizione clinica in cui è coinvolto il tendine (o le parti immediatamente adiacenti), che si presenta a seguito di un abuso di carico o di altre condizioni.Il tendine di Achille
La tendinopatia del tendine d’Achille è un problema che riguarda generalmente quegli atleti che praticano discipline sportive in cui è presente la corsa. Si tratta, sostanzialmente, di un’affezione caratterizzata da talalgia (dolore, talvolta anche molto acuto, a carico del tallone), gonfiore lungo la guaina tendinea (paratenon), vicino al calcagno, e rigidità della caviglia.
I tendini sono strutture anatomiche con una funzione biomeccanica fondamentale, infatti trasferiscono la forza della contrazione muscolare alle ossa, che rappresentano, in un ideale modello meccanico del corpo umano, le leve del movimento.
Dal punto di vista anatomico e funzionale, il ruolo del tendine di Achille è essenziale:
si origina dalla parte centrale della superficie posteriore del calcagno e si inserisce sui due muscoli tendinei, gastrocnemio e soleo. Consente alcune delle azioni più importanti del nostro corpo come la deambulazione, la corsa e i salti. Esso è una struttura estremamente resistente, ma ha un consumo di ossigeno 7,5 volte inferiore a quello del muscolo, quindi una lenta capacità di rigenerazione. In altre parole, è un tessuto difficilmente lesionabile (in condizioni normali), ma ripetuti insulti da sovraccarico (come il correre con i muscoli affaticati) possono causare microlesioni che in breve tempo le cellule non riescono a riparare.
Generalmente il  problema interessa soprattutto i soggetti di sesso maschile dai 25 ai 50 anni. Oltre ai podisti, gli sportivi più frequentemente interessati da tendinopatia del tendine di Achille sono i calciatori, i pallavolisti, i saltatori e i cestisti.
Il trattamento dipende dallo stadio evolutivo della tendinopatia. Se si è nella fase iniziale dell’infiammazione, è necessario agire con continue applicazioni di ghiaccio, riposo funzionale, antinfiammatori, talloniere o plantari che mirino a scaricare il tendine. L’ecografia è l’esame che chiarisce la tipologia (processo infiammatorio e/o degenerativo) e l’entità della patologia.
La fase post-infiammatoria prevede l’introduzione graduale degli esercizi di stretching e di mobilizzazione articolare del piede, per evitare la formazione di aderenze con i tessuti circostanti e l’atrofia muscolare. In seguito, è bene iniziare a recuperare la funzionalità completa della gamba e la sua tonicità, lavorando specificatamente sul tendine e aumentando gradualmente i carichi. Naturalmente si potrà passare a questa fase solo una volta che il dolore è totalmente scomparso. Diversamente sarà necessario tornare dal medico per effettuare ulteriori accertamenti.
Solitamente, se il tendine non è degenerato e si rimuove la causa, una tendinite rientra al massimo in un mese. Se persiste e il medico ha verificato una certa degenerazione della struttura, si deve prendere in considerazione l’intervento chirurgico.
Ad ogni modo, la tempestività è l’elemento principale per la risoluzione veloce e rapida di una tendinopatia del tendine di Achille. L’aspetto preventivo (aumento d’intensità graduale, scarpe comode e adatte, ecc.) deve esser preso in considerazione, in particolar modo, da soggetti predisposti a questo tipo di infortuni.

Palermo
09 Aprile 2016

Giusy Modica
Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto.
Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00

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