La patologia del gioco d’azzardo

La patologia del giocatore d’azzardo si diagnostica attraverso sintomi specifici, sviluppando una pericolosa sindrome da astinenza che comporta irascibilità unita al desiderio di giocare all’infinto per recuperare i soldi persi.

L’industria del gioco fa sì che tutto sia sempre più facile e rapido spiega Carla Landuzzi, vicedirettrice scientifica dell’Ipsser, ”Per giocare basta toccare uno schermo, i tempi morti sono ridotti al minimo, dai gettoni si è passati alle monete e poi da queste alla carte di credito. Cambiamenti frutto di precisi studi, ai quali dietro si nasconde il lavoro di equipe specializzate che affinano costantemente i meccanismi”. In campo ci sono anche gli esperti di architettura, perché lo spazio in cui si gioca ha un’estrema importanza: la mancanza di aperture verso l’esterno, ad esempio, fa sì che il giocatore non si renda conto del passaggio del tempo.

Il gioco d’azzardo e la ludopatia sono sempre più diffuse: una malattia comportamentale in grado di mettere a repentaglio la coesione della famiglia e il patrimonio è un fenomeno sociale in netto aumento. Inversamente proporzionale alla crisi economica, più le famiglie diventano povere e più aumenta la percentuale di chi gioca d’azzardo: questo malattia genera dipendenza tanto da avere per molti tratti una stretta correlazione con la tossicodipendenza.

Il riordino del settore dei giochi, previsto nella legge di stabilità del 2016, dovrebbe concretizzarsi in un decreto legislativo entro il 30 aprile. L’obiettivo è regolamentare la presenza di slot e sale, ma soprattutto fare in modo che le prime siano collegate tutte al sistema remoto, cosa che ora non è. Poi diminuirle, prevedere orari di apertura e spazi appositi. I giochi nel 2016 hanno garantito entrate pari a 10,5 miliardi, di cui 5,8 sono arrivati proprio dalle macchinette che si trovano nei bar, nei tabaccai o nelle sale apposite.

Le cosiddette slot, andrebbero ridotte già a fine 2017 del 30%; oggi in tutto ce ne sono circa 450mila, ma entro il 2020, almeno nelle intenzioni del governo, dovrebbero scendere a 260mila. Quelle rimaste in circolazione dovranno essere tutte collegate al sistema remoto e più avanti le macchinette dovrebbero invece sparire definitivamente sia dai bar che dai tabaccai. Inoltre i corner per le scommesse non potranno superare le 5mila unità e l’accesso in sala sarà inoltre selettivo: per accedere alle sale giochi bisognerà avere un documento di riconoscimento ed ognuno verrà identificato. Infine c’è la questione della lotta alla ludopatia: durante il gioco appariranno dei messaggi sul monitor che avviseranno il giocatore che è troppo tempo che sta giocando.

L’attività giocosa che concerne la manipolazione di numeri e simboli rappresenta una tradizione degli esseri umani verso la quale l’uomo è propenso della modalità di pensiero magico-onnipotente, che spinge ad associare al gioco il rischio dei propri beni e del denaro. La stessa etimologia della parola “azzardo” deriva dal francese “hasard” , una parola a sua volta di origine araba, derivante dal termine “az-zahr” che designa il “dado”, uno dei più antichi oggetti a cui si lega la tradizione del gioco con scommessa.

Lo sviluppo sociale del problema del gioco d’azzardo è in parte favorita anche dalle crescenti possibilità di scelta tra una vasta gamma di tipologie di gioco, ormai sempre più legalizzate, che riescono a rispondere alle simpatie dei giocatori con differenti personalità.

 

Valentina G.

Print Friendly, PDF & Email

Related posts