Gioco e lavoro per adattarsi alll’ambiete sin dall’infanzia

Le espressioni più significative dell’azione totale della persona sono costituite dal gioco e dal lavoro che 1-compressedsi sintetizzano per adattare l’individuo all’ambiente.

Il gioco è la principale attività del bambino nella sua prima infanzia e con questo esprime intuizioni, atti d’intelligenza, d’immaginazione e di volontà; tutte azioni in grado di integrare la persona nel “mondo” circostante.
Il gioco favorisce lo sviluppo psicologico del fanciullo, consentendogli di soddisfare le necessità più profonde e far fronte alle ansie ed alle frustrazioni del quotidiano.

L’apprendimento degli schemi d’azione, delle abilità relazionali,delle capacità motorie e cognitive permetterà al bambino di acquisire fiducia nelle proprie possibilità e con questo costituire un repertorio comportamentale su cui si fondare lo sviluppo equilibrato dell’intera personalità.

Il gioco è un fenomeno essenzialmente umano che si manifesta con attività originate da un bisogno naturale di operare, di cimentarsi, di affrontare difficoltà, di riuscire a compiere determinate imprese, di contrapporsi al proprio simile, di superare con la tenacia o con l’astuzia o con qualità motorie ostacoli o quant’altro possa costituire un obiettivo ambito, piacevole, difficile o fantasioso.
I giochi, oltre a migliorare la struttura fisiologica del bambino, perfezionano la psicomotricità e naturalmente, assieme al sistema nervoso motore, interessano anche il sistema muscolare e quello articolare. E’ così che i giochi, nella loro multiforme varietà, coltivano, affinano e perfezionano le qualità dominanti quali sono di volta in volta la velocità, la coordinazione, la prontezza, la destrezza, l’abilità, i riflessi, la resistenza, le dissociazioni, ecc..
Il fattore più saliente dell’attività ludica è la fantasia. La fantasia è una sorta di rievocazione di cose e di fatti, dato necessario alla formazione del bambino, poiché essa, assieme a qualche dato sensoriale e mnemonico, serve a costruire un primo indefinito lembo di realtà.
Fin dai primi mesi, dunque, il bambino ha quel gusto innato che gli consente di apprendere gli schemi motori di base (strisciare, rotolare, gattonare, camminare, correre, saltare, lanciare, arrampicarsi, ecc.); via via le attività ludiche a cui i bambini si dedicano si modificano, di pari passo con il loro sviluppo intellettivo e psicologico, ma rimangono un aspetto fondamentale della vita di ogni individuo, in tutte le fasce d’età.
Sia l’Assemblea Generale che l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite hanno riconosciuto, all’interno di due importanti documenti, il valore per il bambino di riposare e giocare liberamente, di potersi dedicare alle attività ricreative proprie della sua età. Nonostante ciò nelle scuole pubbliche italiane il tempo per il gioco sta gradualmente scomparendo. Partendo dalla scuola materna fino ad arrivare alla scuola primaria e secondaria, si favorisce sempre più la crescita intellettiva degli alunni piuttosto che il gioco libero.
Il gioco è un efficace mezzo di apprendimento, che investe la totalità e la globalità del bambino ed è anche, un efficace mezzo per trasformare e risolvere conflitti, incanalare impulsi, sublimare istinti.

Palermo
21 Marzo 2016

Giusy Modica

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