Formazione in Sicilia: tra il serio e il faceto piange sempre il popolo

Ennesima macchia nera nella formazione siciliana, il portavoce nazionale infatti, il quale ab origine non comprendeva la natura di una serie di formazioneatteggiamenti ostacolatoli nei riguardi dell’associazione, a seguito della lettura dell’articolo di Livesicilia pubblicato in questi giorni e riguardante il taglio dell’UE alla formazione siciliana di 265 milioni, ha ben compreso il perché di tali atteggiamenti.
Si tratta infatti di un conto piuttosto salato che l’Unione Europea ha richiesto alla regione Sicilia in base alle verifiche effettuate riguardante l’arco temporale che va dal 2000 al 2008, tale cifra era, ed è proprio il caso di usate il tempo imperfetto, infatti l’ammontare dei finanziamenti europei destinati alla formazione in Sicilia ma che l’Europa non restituirà alla regione. Questo perché durante le verifiche è stato riscontrato un tasso di “Irregolarità ricorrenti e gravi carenze nei controlli”: si parla di progetti presentati oltre il termine di scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione, spese non attinenti ai progetti, consulenti esterni con qualifiche insufficienti e tanto altro.
Alla luce di questa desolante cornice il portavoce dell’associazione ha richiesto all’assessore alla formazione una audizione ove, atteso quanto pubblicato nell’articolo, gli enti storici possibilmente responsabili di questo lapidamento ai valori fondamentali della società non facciano parte della suddetta riunione.

Sarà inoltre inviata una nota alla commissione Regionale Antimafia affinché si compiano delle indagini volte ad individuare le responsabilità penali, amministrative e civili di quei pochi funzionari che hanno posto in essere, per qualche assunzione o altro, atti in violazione del principio di imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione osteggiando e danneggiando enti che di converso avevano ed hanno diritto di sviluppare le attività formative. Infatti per colpa di pochi si è diffusa, nell’inconscio collettivo, ed in modo del tutto errato, la convinzione che la colpa del disastro della regione Siciliana sia prima di tutto dei dipendenti, e poi della politica. Di converso la colpa è solo di quelle poche persone dirigenti e funzionari chiamate ad assumere decisione che nel tempo hanno fatto gli interessi, non si comprendi di chi, e che hanno distrutto il sistema formazione, basti vedere le innumerevoli sentenze del TAR e CGA che hanno censurato e annullato puntualmente gli atti dell’assessorato condannando la regione al rifondere milioni di euro di danni causati a società ed enti.

Oggi infatti per colpa di qualche burocrate senza scrupolo l’Europa ci condanna togliendoci 265 milioni di risorse, risorse che sarebbero potuto essere investite sulla formazione dei giovani, perché è una buona formazione la base per un vero futuro, per una idea di reale mobilità del Paese.

 

Valentina P.

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