A.N.A.S. sta con le piccole e medie imprese

osservatorio_artigianato-cancellate-oltre-700-impreseLe  piccole, medie e microimprese  (PMI)  costituiscono  il  99%  delle  imprese  europee: forniscono due terzi dei posti di lavoro nel settore privato e contribuiscono a più della metà del valore aggiunto totale creato dalle imprese dell’UE. Nove PMI su dieci sono, di fatto, microimprese con meno di 10 dipendenti.  Operano principalmente a livello nazionale; tuttavia, indipendentemente dal loro ambito operativo, le PMI sono interessate dalla legislazione UE in vari campi, come quello, della concorrenza e del diritto societario.

Sono stati adottati diversi programmi d’azione per il sostegno alle PMI, come lo Small Business Act, che li comprende tutti per creare un quadro programmatico completo.

Confindustria ha scritto un documento presentato alle forze politiche a gennaio: un’agenda economica per il Governo che sarebbe seguito e che ancora non c’è e che porterebbe nell’arco di 5 anni ad una crescita del Pil del 3% e 1,8 milioni di nuovi posti di lavoro.

Basterebbe attuarla.

Ma la politica è assente.

Ogni giorno i numeri dell’economia continuano a sottolineare la grave crisi del Paese; la difficoltà finanziaria è un limite forte,  e i proprietari di piccole e medie imprese chiedono come facciano a programmare lo sviluppo e gli investimenti quando non si ha la visibilità del futuro e si hanno ritardi di pagamento da parte della Pubblica amministrazione.

Non si capisce il motivo per cui la politica sia sorda alle esigenze delle imprese, con la diretta conseguenza di una dissipazione delle forze del Paese; fa rabbia, visto che le imprese italiane hanno specializzazioni e tecnologie che “fanno gola” agli stranieri.

Per quanto riguarda il fisco, si è calcolato chela pressione fiscale sarà del 63 per cento: il progetto di Confindustria per la crescita propone una serie di iniziative come la restituzione di 48 miliardi di debiti della Pubblica amministrazione, la riduzione dell’Irap e dell’Irpef e incentivi per gli investimenti in ricerca.
Per Confindustria i costi possono essere coperti con azioni come il taglio del 5% della spesa pubblica o l’armonizzazione delle aliquote Iva; l’applicazione delle proposte degli industriali porterebbe una crescita del Pil in cinque anni del 12,8% e anche un incremento dei posti di lavoro per 1,8 milioni di unità.

 

Valentina G.

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