A.N.A.S.:“EL CAMINO de SANTIAGO DE COMPOSTELA”: non solo meta spirituale ma viaggio interiore

Ricevi questa bisaccia, che sarà il vestito del tuo pellegrinaggio affinché, vestito nel modo migliore, sarai degno di arrivare alla porta di San Giacomo dove hai desiderio di arrivare e, compiuto il tuo viaggio, tornerai da noi sano e salvo con grande gioia, se così vorrà Dio che vive e regna per tutti i secoli dei secoli”.

[Rituale medievale della vestizione del pellegrino con la consegna della bisaccia].

 

 

Giacomo era uno dei 12 apostoli, come il fratello Giovanni l’Evangelista: dopo la resurrezione di Cristo per molti anni girò la penisola iberica per compiere l ’opera di evangelizzazione; tornato in Palestina fu fatto decapitare dal re Erode, il quale temeva che l’apostolo acquisisse un eccessivo potere.

I suoi discepoli, Attanasio e Teodoro, ne raccolsero il corpo e lo trasportarono segretamente con una nave nei luoghi della predicazione; sbarcati nei pressi di Finisterre si addentrarono in Galicia e gli diedero sepoltura. Nei secoli successivi si perse traccia del sepolcro.

Nell’anno 813 l’eremita Pelayo vide una pioggia di stelle cadere sopra un colle; una notte gli apparve in sogno San Giacomo che gli svelò che il luogo delle luci indicava la sua tomba.

L’abate rimosse la terra deposta nel tempo e scoprì il sepolcro.

Da qui iniziò il culto di Santiago (il nome è la contrazione di San Giacomo); fu costruita una piccola chiesa sul luogo del sepolcro e ben presto sorse intorno una città che fu denominata Santiago de Compostela (da “campus stellae”). Alfonso II il Casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordinò la costruzione sul posto di un tempio, i monaci benedettini nell’893 vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell’apostolo, dapprima dalle Asturie e dalla Galizia, poi da tutta l’Europa.

Santiago di Compostela fu distrutta nel 997 dall’esercito musulmano di Almanzor e poi ricostruita da Bermudo II di León; fu però il vescovo Diego Xelmírez ad iniziare la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la costruzione della Cattedrale, iniziata nel 1075, ed arricchendola con numerose reliquie.

 

I pellegrini confluivano qui da ogni parte d’Europa: la via lattea indicava la direzione da seguire.

Il pellegrino si spogliava degli averi e spesso doveva vendere i propri beni per potersi finanziare il viaggio: faceva testamento e dava disposizioni per il governo del patrimonio in sua assenza. Spesso la Chiesa interveniva attivamente in questa funzione di tutela.

La scelta di fare un pellegrinaggio era generalmente una libera decisione personale: per chiedere una grazia, per adempiere ad un voto o per una ricerca religiosa personale.

In molti casi era imposto come penitenza per colpe o peccati di particolare gravità: chi era ricco poteva mandare una persona a fare il pellegrinaggio per proprio conto.

I pellegrini viaggiavano solitamente in gruppo, per sostentarsi e proteggersi reciprocamente: i pericoli erano rappresentati dallo stato spesso precario delle strade e soprattutto dai banditi che infestavano le strade. Lungo il percorso si sviluppò una rete di servizi per il sostentamento dei pellegrini: chiese, alloggi, ospizi, ospedali, locande, molti dei quali ancora visibili ai nostri giorni; nacquero paesi e città, furono costruite strade e ponti. Della protezione dei pellegrini dagli assalti dei briganti si occuparono per un lungo periodo molti ordini: principalmente lo fecero anche i Templari.

Molti re e personaggi noti effettuarono il pellegrinaggio: San Francesco fu uno di questi.

 

Nel secolo XVIII iniziò un progressivo declino: la maggior parte delle strutture di accoglienza cadde in abbandono.

Una ripresa è iniziata negli anni ’80. Un decisivo contributo è stato dato dalla visita del papa Giovanni Paolo II a Santiago nell ’anno 1989, in concomitanza con l ’incontro mondiale della gioventù: da allora il flusso dei pellegrini è aumentato in modo inarrestabile.

 Il 23 ottobre 1987 il Consiglio d ’Europa ha dichiarato i percorsi che portano a Santiago “itinerario culturale europeo”, mettendo a disposizione risorse economiche per segnalare convenientemente il cammino, ristrutturare e costruire i rifugi per alloggiare i pellegrini; nel 1993 l ’UNESCO li ha dichiarati “patrimonio dell’Umanità”.

 

Il cammino di Santiago di Compostela non è un percorso facile: serve preparazione fisica per affrontare quasi 800 Km di strada.

Prima di intraprendere il Cammino di Santiago è consigliabile raccogliere dati per pianificare meglio il percorso, preparare adeguatamente lo zaino, chiarire dubbi o conoscere le attrattive turistiche, naturali e monumentali da scoprire lungo il cammino.

Chiunque può fare il pellegrinaggio a piedi, purché tenga conto delle proprie possibilità fisiche; è consigliabile prepararsi prima di iniziare il viaggio facendo delle camminate. Una volta iniziato il percorso, è importante sapere quali sono i propri limiti e adattare il ritmo alle proprie condizioni; è opportuno tenere conto che si possono percorrere circa 25 o 30 chilometri ogni giorno.

Per intraprendere il cammino, l’estate garantisce il bel tempo, ma è anche la stagione più affollata e a volte può essere difficile trovare una sistemazione; d’inverno si corre il rischio di trovare la pioggia e addirittura la neve; settembre e maggio sono mesi adatti per il clima gradevole.

E’ consigliabile la consumazione di cibi ricchi di carboidrati; se si cammina di mattina, la colazione deve essere abbondante, ma se si marcia di pomeriggio, è preferibile fare un pasto leggero. E’indispensabile bere molto per evitare la disidratazione.

I capi di abbigliamento devono essere leggeri, traspiranti e facili da lavare e asciugare; vanno portati solo gli indumenti indispensabili. Gli scarponi devono essere leggeri, confortevoli, con ammortizzazione e protezione delle caviglie per evitare storte.

Lo zaino deve essere adatto al peso e alle dimensioni della persona che lo porta: leggero, anatomico e con fissaggi in vita e sul petto, una volta pieno, non deve superare il 10% del peso del pellegrino.

È molto importante portare con sé alcuni medicinali per gli inconvenienti più comuni.

 

Vi sono pellegrini che raggiungono Santiago iniziando il cammino direttamente dal loro paese.

Per raggiungere la Spagna occorre attraversare il territorio Francese: qui sono state tracciate nei secoli quattro vie principali che si innestano tutte sul cammino francese partendo da Parigi, da Vezelay, da Le Puy e da Arles. Questi quattro cammini sono percorsi, oltre che dai francesi, anche dai pellegrini provenienti dai paesi limitrofi: Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Olanda, Inghilterra, Italia.

Un dubbio abituale è decidere da dove cominciare il cammino: occorre ricordare che la tappa da St. Jean de Pied de Port ad Orreaga/Roncisvalle è la più dura di tutte per il dislivello superiore ai mille metri. Per i più allenati vale la pena intraprendere il cammino dalla località dei Paesi Baschi francesi e valicare i Pirenei; per chi lo è meno, è consigliabile cominciare l’itinerario da Orreaga/Roncisvalle.

Sono molti i cammini che dal territorio spagnolo raggiungono Santiago de Compostela:

CAMINO FRANCES – il cammino classico, storicamente ed ancora oggi il più frequentato, da S.Jean Pied de Port / Roncesvalles a Santiago.

RUTA DE LA COSTA O DEL NORTE – da Irùn a Santiago.

RUTA DE LA PLATA – da Sevilla a Santiago.

CAMINO PORTUGUES – da Ponte de Lima (o anche dal Portogallo) a Santiago.

CAMINO PRIMITIVO – da Oviedo a Santiago.

CAMINO INGLES – da La Coruña/Ferròl a Santiago.

RUTA MARITIMA – dall ’Oceano a Santiago.

Infine esiste un cammino che non arriva a Santiago ma da lì parte: il CAMINO DE FISTERRA, da Santiago a Finisterre e a Muxia.

Arrivati a Finisterre, termine ultimo del pellegrinaggio, un tempo considerato il termine delle terre conosciute, è tradizione, fin dall’antichità, bruciare gli abiti del pellegrinaggio stesso e immergersi nell’oceano per un bagno purificatore.

Il percorso del cammino di Santiago è ben segnalato e perciò il pellegrino non deve fare altro che seguirlo e godersi le scoperte che farà: la segnaletica non lascia alcun dubbio sull’itinerario da seguire.

All’inizio di ogni tappa si trovano pannelli informativi recanti le indicazioni del percorso; nei punti in cui il cammino incrocia altre strade, il cartello segnaletico è di colore blu con la sagoma di un viandante e il logo del cammino: una conchiglia gialla. Nei sentieri la segnaletica è composta da frecce di vernice gialla; nei centri urbani sono presenti targhe di ceramica blu affisse sui muri. Lungo tutto il tragitto sono sempre presenti  frecce che indicano la direzione giusta da seguire.

 

Ad oggi l’ospitalità lungo il cammino si concretizza in una serie di rifugi, quasi un centinaio, organizzati da enti pubblici o religiosi, da confraternite o monasteri, e gestiti su base volontaria: offrono ai pellegrini, che si presentano con l’apposita credenziale, la possibilità di dormire e spesso l‘uso della cucina. Il tutto per un modesto contributo.

 

Ad ogni pellegrino viene consegnata una conchiglia da appendere nello zaino o da indossare al collo.

Documento che testimonia lo status di pellegrino è la “Credencial”, tessera rilasciata dall’Autorità ecclesiale e dove giornalmente viene apposto un timbro che testimonia il passaggio nei paesi lungo il cammino. Questo documento è indispensabile per usufruire degli ostelli pubblici ed ottenere la “Compostela“, un documento, in latino, rilasciato dal Capitolo della Cattedrale di Santiago che attesta il compimento del pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Non importa che il cammino sia percorso interamente per aver rilasciato la Compostela, documento finale di riconoscimento del cammino compiuto, bastano gli ultimi 100 Km se si arriva a piedi ed almeno 200 per chi viene in bicicletta.

Durante il cammino è necessario considerare alcune “conseguenze” quasi inevitabili: vesciche, tendiniti o punture di insetti; è importante non sottovalutare mai la prevenzione medica.

 

Lungo il percorso s’incontrano veri propri tesori d’arte e di cultura in particolare nelle città storiche del cammino: Roncesvalles è stata sempre considerata uno dei punti di accoglienza più antichi del cammino; Pamplona è conosciuta a livello internazionale per la famosa “corsa dei tori”, festa in onore di San Fermin, patrono della città; Burgos è una piccola città con un grande passato, in bilico tra tradizioni religiose e militari; Leòn, “la città azzurra” chiamata così per via della tonalità delle vetrate della sua celebratissima cattedrale.

Per intraprendere il cammino servono indubbiamente una buona preparazione fisica e psicologica unita alla convinzione in ció che si sta facendo ed alla consapevolezza che non sará “una passeggiata”.

Per la preparazione mentale le parole d’ordine sono: motivazione e consapevolezza.

 

Santiago non è un santuario terapeutico: non vi si recano malati in cerca di miracolose guarigioni.

Oggi è diventato un percorso che si intraprende per spirito di avventura, per ammirare i monumenti romanici e gotici e per godersi gli splendidi paesaggi. Sicuramente, dal Medioevo ad oggi i motivi di peregrinazione sono mutati.

La maggioranza delle persone, oggi, intraprende il Cammino  di Santiago come strumento per una ricerca interiore, una sfida con se stessi, o un momento di riflessione lontano dallo stress quotidiano.

Si dice che è la testa più che la gamba che porta a Compostela; poi c’è la volontà di misurarsi fuori dagli schemi. Può essere una sfida alla propria pigrizia e alla quotidianità rassicurante.

C’è chi lo fa per motivi religiosi, chi per ragioni culturali o chi solo per curiosità ma, in ogni caso, il cammino di Santiago riesce a condurre in un’atmosfera quasi mistica che parla di tempi remoti e di antiche leggende.

 

Quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al cammino. E’ il cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, ci arricchisce mentre lo percorriamo, bisogna saper trarre da quello che siamo abituati a guardare tutti i giorni i segreti, che a causa della routine, non riusciamo a vedere”.

Il cammino di Santiago, Paulo Coelho

 

 

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