Educazione fisica a scuola

L’11 luglio del 2007 la Commissione europea presenta al Consiglio il “Libro Bianco sullo Sport”. Questo costituisce il principale contributo della scuolaCommissione al tema dello sport e al suo ruolo nella quotidianità dei cittadini europei.
Tra i tanti concetti fondamentali espressi emerge quello dell’importanza dello sport in un contesto scolastico: il tempo dedicato allo sport, a scuola durante le lezioni di educazione fisica o nel corso delle attività extracurricolari, può generare notevoli benefici dal punto di vista dell’istruzione e della salute.
Durante l’infanzia e la giovinezza la pratica dell’educazione fisica a scuola offre un’eccellente opportunità di apprendere ed esercitare abilità che possono migliorare la forma fisica e la salute lungo il corso della vita. Queste attività possono comprendere corsa, nuoto, ciclismo e arrampicata su base giornaliera, nonché giochi e sport più strutturati.
L’acquisizione precoce delle abilità di base è essenziale per aiutare i giovani a esercitare e comprendere meglio il valore di queste attività nel corso dell’istruzione successiva, o da adulti sul lavoro o nel tempo libero.
L’educazione fisica, tuttavia, non si limita ad esercitare abilità fisiche, né ha solo funzione ricreativa.
La partecipazione a molte attività fisiche consente di conoscere e comprendere a fondo principi e concetti come “regole del gioco”, fair play e rispetto, consapevolezza tattica e corporea, e di sviluppare la consapevolezza sociale legata all’interazione personale e all’impegno di squadra.
Obiettivi che travalicano l’ambito dell’educazione fisica e dello sport, come la buona salute, il sano sviluppo della persona e l’inclusione sociale, rendono tanto più importante includere la materia nei curricoli scolastici.
L’importanza dell’educazione fisica è sottolineata nei curricoli di tutti i paesi europei, nei quali è materia obbligatoria nel corso di tutta l’istruzione generale obbligatoria a tempo pieno. Tuttavia, l’orario di insegnamento previsto per la disciplina varia sensibilmente da un paese all’altro.
La quota oraria raccomandata per l’educazione fisica è piuttosto bassa rispetto a quella prevista per altre materie; ciò rivela come questa è considerata di minore importanza.
La scuola sarebbe il luogo ideale per promuovere lo sport e gli atteggiamenti positivi nei confronti di attività fisiche regolari, se solo la negligenza non prendesse il sopravvento.
Nel corso degli ultimi anni il tempo dedicato a quest’attività è stato gradualmente ridotto nei paesi dell’Unione europea: dal 2002 il tempo per lo sport è diminuito dai 121 ai 109 minuti a settimana nella scuola elementare, e da 117 a 101 minuti nella scuola media e superiore. Va ricordato che le ricerche raccomandano agli adolescenti di praticare attività fisica per almeno 60 minuti giornalieri; a ragion del vero molte cose andrebbero riviste e ridimensionate.
Se è vero che il tempo è poco proporzionato a quello che è il valore effettivo della materia presa in considerazione, è necessario almeno impiegarlo nel miglior modo possibile. Qui subentra il ruolo fondamentale del docente.
L’insegnante di educazione fisica ha il compito di tradurre le finalità politiche dell’educazione fisica e sportiva in efficaci pratiche scolastiche; Non deve soltanto saper praticare e organizzare attività fisiche e sportive, ma deve possedere le competenze necessarie a promuovere uno stile di vita sano, motivare i giovani a praticare esercizio fisico e coinvolgerli in diversi sport.

 

Giusy Modica
Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto.
Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.

 

 

 

 

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