Un Consiglio comunale straordinario sulla vertenza Fondazione Campanella, per fare sentire in modo forte la voce della città ai soci fondatori, Regione e Università. Le iniziative di natura giudiziarie per fare sospendere le procedure fallimentari potrebbero non bastare ed essere insufficienti. Bisogna stringere i tempi, prima che arrivi un liquidatore giudiziale, e fare leva sulle reali volontà della Regione e dell’Ateneo di salvare la Fondazione, i suoi dipendenti, i suoi pazienti e il suo patrimonio scientifico. E’ quanto ha detto stasera il sindaco Sergio Abramo, affiancato dal vicesindaco Gabriella Celestino, ai dipendenti della Fondazione che da stamani occupano il Dipartimento della Sanità in via Buccarelli. Il primo cittadino del Capoluogo, da sempre impegnato nella difesa strenua della Fondazione, ha voluto essere vicino anche fisicamente ai lavoratori in lotta. Abramo ha rilasciato a conclusione dell’incontro con gli occupanti la seguente dichiarazione. “A fronte della precipitazione degli eventi, culminati con la procedura di fallimento, il provvedimento prefettizio di estinzione e il preannunciato licenziamento collettivo, il tutto implicante l’abbandono dell’attività di ricerca e cura, ritiene che la collettività della città capoluogo, per essa l’Amministrazione Comunale, non possa non dispiegare ogni ulteriore impegno e sostegno perché siano ricercate tutte le possibili soluzioni per evitare tale autentico disastro dissolutorio, a parte ogni riflessione e determinazione sul pregresso. A di là delle iniziative giudiziarie per sospendere le procedure, ma che non sono certo in via finale risolutive, è necessario e fondamentale l’impegno dei fondatori Regione Calabria e Università, perché in una ritrovata convergenza sull’interesse pubblico conforme alla loro funzione, risolvano i loro contrasti e diano il loro contributo per riavviare un nuovo percorso riparatorio interno ed esterno o, comunque, per la riduzione dei pregiudizi. Ciò eventualmente concordando una nuova amministrazione con soggetti e consulenti di indubbia capacità, serietà e passione civile di comune fiducia, che come tali possano in una posizione di neutralità e mediazione svolgere anche a nome della Fondazione, prima che arrivi un liquidatore giudiziale, tutte le iniziative in direzione del salvabile”.
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