Vittoria dei contadini di El Salvador: cacciata la Monsanto, il colosso degli OGM

A El Salvador, stato dell’America Centrale e grande produttore di caffè, cotone e canna da zucchero, si rendono anche conto dell’importanza del NON OGM alimentare e del patrimonio delle semenze. Infatti hanno una produzione molto più fiorente con i raccolti naturali e sono riusciti ad impedire alla società di OGM la fornitura a El Salvador di semenze trattate con i suoi veleni biotech (si è trovato un collegamento fra le colture biotech della Monsanto e malattie renali, insufficienza epatica, problemi riproduttivi, e molto altro ancora).
el salvadorGli agricoltori salvadoregni stanno lavorando con il Ministro dell’Agricoltura per ridurre la dipendenza degli agricoltori locali dai semi biotech; lo stesso Ministero dell’Agricoltura ha infatti appena rilasciato un nuovo ciclo di contratti per fornire semenze di sussistenza agli agricoltori in tutto il paese.
Molti agricoltori vedono l’importanza di mantenere il loro approvvigionamento di semi locali, ad esempio il produttore di mais nativo, rigorosamente FREE OGM, Santos Cayetan spiega quanto siano sorprendenti le differenze fra l’utilizzo del seme locale e quello geneticamente modificato: “I semi nativi sono sempre gli stessi, producono sempre, e sono sempre lì, sono inoltre resistenti alla siccità”.
Il seme locale, infatti, cresce bene anche in terreni asciutti e si adatta alle condizioni specifiche della zona. Inoltre gli agricoltori possono anche salvare e riutilizzare le sementi, senza doversi preoccupare di violare nessun brevetto, oltre ad non dovere riacquistare seme ad ogni stagione, poiché la gran parte dei semi OGM Monsanto e di altre aziende come la Pioneer, sono destinati ad autodistruggersi dopo una sola stagione, visto che si tratta di un seme sterile.

L’impresa salvadoregna è un grido di speranza per un ritorno ad una agricoltura sana, pulita e realmente genuina. Dove si guarda al profitto e allo sviluppo con un’ottica intelligente fatta di rispetto verso il territorio, il prodotto e, soprattutto, il consumatore finale.
Perché innovazione non sempre fa rima con progresso.

 

Maria Valentina Pasta

Print Friendly, PDF & Email

Related posts

Leave a Comment