SPLIT PAYMENT, NUOVI PROBLEMI PER LE PMI CHE LAVORANO CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE


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La Legge di Stabilità 2015, a pochi giorni dalla sua definitiva approvazione, sta già mostrando preoccupanti criticità, in contrasto con alcuni tra capisaldi economici con i quali è stata presentata, quali “il sostegno alle Imprese”, “il rilancio delle opere pubbliche”, la “sburocratizzazione”, “l’immissione di liquidità per le imprese”, la “riduzione dei costi delle opere pubbliche”.

Ci riferiamo in particolare al cosiddetto “split payment” (l’art.1 , co.629 , lett.b interviene nel DPR 633/1972 introducendo il nuovo art. 17-ter ), con il quale si prevede che , a partire dal 1 gennaio 2015, per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti della Pubblica Amministrazione, l’IVA dovrà essere da queste versata direttamente all’Erario, secondo modalità e tempi stabiliti con un Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, anziché essere corrisposta alle imprese cedenti i beni o prestatrici dei servizi.

Voci concordemente critiche vengono sollevate da tutto il Sistema Aniem, da Nord a Sud.

Ninni D’Aguanno, Presidente di Aniem Sicilia, l’associazione delle piccole e medie imprese edili manifatturiere che raggruppa circa 8.000 piccole e medie imprese aderenti al sistema Confimi Impresa:  “Tale norma che nasce come contrasto all’evasione Iva, mettendo in discussione il rapporto fiduciario che dovrebbe esistere tra la Pa e i suoi fornitori e seppur approvandone l’intento originale, apre una serie di criticità molto importanti. I fornitori della P.A. sono evasori ? Se la ratio è quella della lotta all’evasione occorre evidenziare che la norma si applica solo ed unicamente ai fornitori della Pubblica Amministrazione e ciò equivale a supporre che proprio questi siano i potenziali evasori. Quasi a dire che lo Stato nella sua lotta all’evasione pensi che questa si esplichi proprio ad opera dei suoi fornitori diretti e non nel resto del tessuto economico, ovvero proprio tra quei fornitori su cui lo stesso Stato ha il pieno controllo ed una notevole forza contrattuale, anche a livello sanzionatorio qualora rilevasse concreti atti evasivi. Se pure così fosse, è assurdo privare tutti i propri fornitori di una importante risorsa di liquidità, per evitare che alcuni di questi evadano quando si potrebbero facilmente individuare i singoli evasori e sanzionarli direttamente trattenendone il credito.

Aggiunge il Presidente di Aniem Sicilia: “secondo l’Aniem, per le imprese che hanno come principale committente la Pubblica Amministrazione si tratta di un ennesimo ostacolo per un settore già in gravi difficoltà perché mentre le aziende non riceveranno l’iva sulle commesse, avranno comunque l’IVA in pagamento verso i propri fornitori, con un forte sbilanciamento del flusso di cassa e necessità di far ricorso al credito, il cui accesso è già proibitivo durante l’attuale fase recessiva”.

“Si tratta di una ulteriore disposizione normativa che non aiuta le imprese – spiega D’Aguanno – perché non vedersi corrisposta l’IVA sulle commesse pubbliche eseguite, significa un ammanco di cassa non indifferente e significa, anche, non poterla compensare con quella da pagare ai fornitori; si parla di rimborsi, ma visto i periodi con i quali il pubblico effettua i pagamenti sarà molto difficile ottenerli in tempi ragionevoli ed oltre certi importi servirà addirittura una garanzia fideiussoria”.

Dino Piacentini, Presidente nazionale ANIEM: “ Questo provvedimento allontana sempre più le imprese dalle opere pubbliche, provocherà aumenti dei costi sui lavori pubblici che dovranno tener conto degli interessi bancari per sopperire alla mancanza di liquidità, certamente non si contribuirà a sburocratizzare il sistema ed in ultimo, si alimenterà probabilmente una sofferenza tra i fornitori privati delle imprese impegnate negli appalti pubblici che dovranno rimandare i pagamenti per mancanza di liquidità. L’Aniem, esprime tutta la sua contrarietà sulla disposizione contenuta nella Legge di stabilità e si attiverà per le opportune modifiche presso le competenti sedi e nella fase di adozione dell’apposito decreto del Ministero dell’Economia che dovrebbe regolamentare gli aspetti attuativi”.

comunicato stampa ANIEM Sicilia

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