Parte il Progetto Percorsi di Inclusione Sociale Cofinanziato dal Ministero Lavoro e Politiche Sociali

Parte oggi 09.08.2018 il progetto “Percorsi di Inclusione Sociale” realizzato da ANAS (Associazione Nazionale di Azione Sociale) con Crescere Insieme e le Presidenze Regionali ANAS di: Calabria, Puglia, Basilicata, Lazio, Campania, Molise,  Abruzzo, Lombardia, Veneto; Piemonte, ed è stato possibile la realizzazione con il cofinanziamento ottenuto dall’ANAS per mezzo bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l. 117/17 del 2017.

Il proponente, attivo su tutto il territorio nazionale attraverso articolazioni regionali, provinciali e zonali, opera da anni, grazie al lavoro dei volontari, per cercare di aiutare le persone in condizione di fragilità o disagio, stringendo accordi, convenzioni, protocolli d’intesa, ecc. con enti pubblici e privati. Ciò gli ha permesso di entrare in contatto con le realtà locali e, attraverso un approccio bottom-up e di una concertazione con i principali stakeholder, di individuarne le criticità e “disegnare” degli interventi ad hoc.

Con il presente progetto – attivato oggi  9 agosto  – si vogliono implementare e sviluppare su vasta scala delle attività già realizzate (con successo), proprio perché trattano tematiche comuni e sociali e cercano di rispondere a dei bisogni diffusi, ovvero: promuovere la salute per tutti attraverso la prevenzione delle dipendenze e lo sviluppo dell’attività motoria; contrastare le condizioni di fragilità e svantaggio anche attraverso la distribuzione di derrate alimentari e beni di prima necessità; combattere le solitudini involontarie della popolazione anziana.

Le dipendenze coinvolgono, infatti, con sempre maggior prevalenza, una grossa fetta della popolazione ed il  mondo giovanile in particolare e, spesso, sono legate a fattori sociali, culturali ed economici. Gli studi confermano che esiste una tendenza al consumo di droghe e alcol, ma l’aspetto più preoccupante è rappresentato dalla “normalizzazione sociale” del fenomeno. L’abbassamento progressivo e costante in Italia dell’età media di avvio all’uso dell’alcol, 11-12 anni, la più bassa in Europa, impone l’attivazione di iniziative di informazione e sensibilizzazione a partire dalla prima scolarizzazione a preludio di quelle di intercettazione precoce del rischio più tipiche delle età successive. La ludopatia fa strage dei giovani italiani, dalla preadolescenza sino alla maggiore età ed oltre, e i genitori spesso sono ignari. Sono infatti circa 800 mila i bambini ed i ragazzini fra i 10 e i 17 anni d’età a rimanere ammaliati dal gioco d’azzardo, dalle luci di videopoker e slot-machine, ma anche da gratta e vinci, superenalotto e scommesse di vario genere.

Per quanto riguarda l’attività motoria, l’organizzazione mondiale della sanità (WHO) ha richiamato l’attenzione sulla sedentarietà, quale problema sanitario emergente, e su come l’attività fisica fornisca sostanziali benefici psicofisici e sanitari, migliorando la qualità della vita. In particolare, per quanto riguarda i bambini, la situazione è ancora più complessa, in quanto molti di essi soffrono della cosiddetta malattia  ipocinetica, ovvero hanno problemi a eseguire movimenti che appartengono agli schemi motori fondamentali o di fine motricità, mostrando serie difficoltà in tutte le attività manuali. Secondo gli ultimi dati della Società Italiana di Pediatria, in Italia un bambino su dieci è già obeso, mentre il 35% della popolazione infantile è in soprappeso.

Inoltre più del 70% dei bambini delle scuole primarie presenta debolezze muscolari da “non uso”; contemporaneamente diminuiscono le capacità motorie per i movimenti che richiedono forza, velocità e resistenza generica. Tra le cause che più di tutte hanno contribuito alla diffusione di questa sindrome, un ruolo preponderante spetta ai cambiamenti dello stile di vita verificatisi negli ultimi decenni: le famiglie di oggi sono meno numerose e i genitori lavorano entrambi, per cui hanno meno tempo per giocare con i bambini; è cambiato anche il modo di giocare, a causa dei giochi virtuali; mancano spazi a misura di bambino in molte realtà urbane.

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Inclusione sociale

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