L’UNITRE, Università della Terza Età, di Alcamo e la prevenzione “Truffa agli anziani: fenomeno criminale attuale”

Pubblico delle grandi occasioni, al Centro Congressi Marconi di Alcamo, per il convegno organizzato dall’attivissima UNITRE, Università dellaBIONDO-SALVO 2 Terza Età, di Alcamo sul grave fenomeno sociale della “Truffa  agli anziani: fenomeno criminale  attuale”

Brillante relatore il sostituto commissario di Alcamo Salvatore Biondo, più volte impegnato, a nome della Polizia di Stato, nell’educere la comunità sui gravi temi di disagio e di pericolo sociale.

«Il fenomeno delle truffe agli anziani è un fenomeno che  negli ultimi tempi è di inquietante  attualità,  tanto che il Ministero dell’Interno, tramite  il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha lanciato una  campagna  informativa  per fornire   dati  sul fenomeno  ed espedienti per difendere gli anziani, nella maggior parte  dei casi parte  offese di questo particolare  reato» ha fatto presente il dott. Salvatore Biondo nell’incipit del suo intervento appassionato.

Il fenomeno  è stato, pertanto, affrontato  da diverse connotazioni.

Nello specifico si è dato spazio all’aspetto giuridico-penalistico, a quello psicologico della vittima  e dell’autore del reato e, per finire,  all’aspetto  criminologico per  chiarire  non solo  il modus  operandi ma ciò che  determina l’azione    soprattutto  in termini di  motivazione  sotto la spinta emozionale.

«In termini di letteratura psicologica – ha commentato il relatore Biondo – le esperienze umane  normalmente (in assenza di patologie) si determinano  attraverso  le emozioni  come  risposta  sensoriale   agli stimoli  esterni e interni  che  giustificano le motivazioni all’azione, come  spinta  ad agire   a seguito di tali  stimoli. Naturalmente  con significati e prospettive diametralmente  opposte. L’uno vuole  raggiungere  l’ingiusto profitto, l’altro cade in errore e percepisce che la proposta del truffatore è quasi una “concessione  caritatevole”. Da questa prospettiva psicologica della comune motivazione  emozionale  partiamo dal presupposto che  la truffa   è un reato  cosiddetto predatorio:  l’offender,  l’autore  del reato, cerca la sua  preda  nelle  persone più deboli,  nelle  persone che   apparentemente  hanno una minore difesa sociale:  soprattutto  anziani (  ma non solo); che vivono o si muovono da soli o che  hanno una  condizione psicologica  deficitaria in termini di consapevolezza e sicurezza di se sotto l’aspetto  individuale, sociale  ed economico».

E continua il dott. Bindo specificando che «proprio approfittando di tali condizioni, l’offender  non usa violenza alla parte  offesa (  come  negli altri reati predatori :  scippi, furti e rapine),  ma la circuisce attraverso un atteggiamento apparentemente amichevole,  credibile e   affidabile.  Questi sono i requisiti dell’offendere  sembrare   o apparire per quello che  non è, utilizzando  espedienti di volta  in volta strutturati  in base alla truffa da porre in essere. In altre  parole il truffatore si comporta  come  un attore  che  recita la sua  parte. Solo che  questa  parte  non è un film ma una realtà  criminale e dall’altra  parte   non c’è uno spettatore ma una  vittima».

«Nella sua  recita l’offendere si presenta alla vittima  amichevole, con  modi gentili,  ossequianti accondiscendenti,  confortanti, talune  volte  consiglianti; nella  sua  recita  l’offender si presenta alla vittima in maniera  credibile, offrendosi  di volta  in volta  in base alla circostanza della truffa da  compiere,  ben vestito o utilizzando abbigliamenti   consoni a circuire  la vittima, quali  divise, tute da lavoro; Nella  sua  recita  l’offender si presenta alla vittima in maniera  affidabile affiancato alcune  volte  da complici che compaiono sulla scena del crimine quasi per caso  per attestare   la  buona fede del truffatore».

E continua il sostituto commissario dott. Salvatore Biondo sottolineando che «amichevolezza,  credibilità e affidabilità che generano l’errore della vittima e gli procurano un danno e di conseguenza l’ingiusto profitto del truffatore» proprio perché «scopo dell’offender è l’accaparramento  dell’ ingiusto profitto. E’ questa  la motivazione emozionale precedentemente analizzata che  produce il raggiungimento  del risultato, attraverso la ricerca della vittima  ideale:  anziana e che  vive da sola».

Il dott. Biondo ha concluso con dei preziosissimi «consigli per poterci difendere meglio da questo tipo di reato,  significando che  alleato del truffatore  è la solitudine della vittima che, quindi da sola non potrà contrastare  il fenomeno come il “piccil legno” di un componimento  del  letterato  Pietro Metastasio (non vada il piccil legno a contrastar  il vento o a procurar lo sdegno di un procelloso mar” ),  ma per vincerlo bisogna  chiedere  aiuto soprattutto alle forze dell’ordine».

 

I consigli della polizia (  fonte   il sito Ufficiale  della polizia di Stato

1)          Non aprite la porta di casa a sconosciuti, anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere  dipendenti di aziende di pubblica utilità. Verificate sempre con una  telefonata da quale servizio sono stati mandati gli operari che bussano alla vostra porta e per quali motivi. Se non ricevete assicurazioni non aprite per nessun motivo. Ricordate che nessun Ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente. Per qualunque problema e  per chiarirvi qualsiasi dubbio non esitiate a chiamare il “113”.

2)         Quando fate operazioni di prelievo o versamento in banca  o in un ufficio postale , possibilmente  fatevi accompagnare, soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni o in quelle a scadenze generalizzate. Non fermatevi mai per strada per dare ascolto a chi offre facili guadagni o a chi vi chiede di poter controllare i vostri soldi o il vostro libretto della pensione anche se chi vi ferma e vi vuole parlare è una  persona distinta e dai modi affabili. Se avete  il dubbio

3)         di essere  osservati fermatevi all’interno della banca o dell’Ufficio postale e parlatene con gli impiegati o con chi effettua il servizio di vigilanza. Se questo dubbio vi assale per strada entrate in un negozio o cercate un poliziotto o una compagnia sicura.

4)         Durante  il tragitto di andata e ritorno dalla banca o dall’ufficio postale con i soldi in tasca, non fermatevi con sconosciuti e non fatevi distrarre. Ricordatevi che nessun cassiere di banca o di ufficio postale vi insegue per strada per rilevare un errore nel conteggio del denaro che vi ha consegnato. Quando utilizzate i bancomat usate prudenza: evitate di operare se siete osservati.

5)         Consigli per figli, nipoti e parenti stretti.

Non lasciateli  soli i vostri anziani, anche se  non quotidiani. Ricordategli sempre di adottare tutte  le cautele necessarie nei contatti con gli sconosciuti. Se hanno il minimo dubbio fategli capire che è importante chiedere aiuto a voi, ad un vicino di casa, oppure al “113”. Ricordatevi che anche se non lo chiedono hanno bisogno di voi.

6)         Consigli per i vicini di casa.

Se nel vostro palazzo abitano anziani soli scambiate ogni tanto con loro qualche  chiacchiera. La vostra cordialità li farà sentire meno soli. Se alla loro porta bussano degli sconosciuti esortateli a contattarvi per chiarire ogni dubbio. La vostra presenza li renderà più sicuri. Segnalate al “113” ogni circostanza anomale o sospetta che coinvolga l’anziano vostro vicino di casa.

7)         Consigli per gli impiegati di banca o di uffici postali.

Quando allo sportello si presenta un anziano e fa una  richiesta spropositata di denaro contante, perdete un minuto a parlare con lui. Basta poco per evitare   un dramma. Spiegategli che all’esterno di banche ed uffici postali nessun impiegato effettua controlli. Per ogni dubbio esortateli a contattarvi.

 

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