Le nuove tendenze alimentari: giuste o sbagliate?

Vegani e vegetariani: quali sono le differenze?

I due termini indicano due tipi di alimentazione simili, ma con qualche differenza:

  • i vegetariani non mangiano carne, né di animali di terra né di mare né di aria;
  • i vegani rifiutano tutti i cibi di origine animale, compresi i loro derivati.

La dieta vegana è una variante di quella vegetariana: nella sua eccezione, il vegano, non dovrebbe usare vestiti di lana e seta, scarpe, borse e divani di pelle, o cosmetici testati sugli animali; tutto ciò ponendo al centro della sua visione del mondo il rifiuto di ogni forma di violenza e di costrizione sulle specie.

Il vegetariano motiva le sue scelte alimentari in base a considerazioni di salute e benessere.

I dati diffusi dal Rapporto Italia 2016 di Eurispes parlano di un aumento di coloro che si dichiarano vegetariani, che oggi rappresentano il 7,1 per cento del campione di persone intervistate; i vegani si fermano all’incirca all’1 per cento, un dato comunque in grande crescita rispetto allo 0,6 per cento dell’anno precedente.

L’aumento recente del numero di vegani in Italia ha reso il veganesimo una moda; alcune recenti ricerche hanno dimostrato come buona parte delle persone che avevano adottato uno stile alimentare vegetariano o vegano è, poi, tornata a mangiare carne: su un campione di più di 11mila americani intervistati è risultato che l’84 per cento è tornato a essere onnivoro.

Oltre a queste due tipologie esistono altre varianti, accomunati dal fatto che i vari stili di alimentazione sono dettati da scelte e non da rinunce:

  • Onnivori: si nutrono di cibi crudi e cotti, cibi di origine vegetale e animale.
  • Locavori: mangia tutto, purché sia stato prodotto nel raggio di un centinaio di km o poco più dal proprio luogo di abituale esistenza per ridurre l’impatto ambientale delle proprie abitudini alimentari.
  • Ecotariani: mangia tutto, purché nel fare le scelte ci sia dietro un ragionamento dell’impatto ambientale e sul clima del ciclo di produzione di quello che si mette nel piatto.
  • Macrobiotici: alimentazione a base di cereali che prevede l’assunzione di pesce.
  • Flexitariani: sono vegetariani che, di tanto in tanto, mangiano carne e pesce ma rifiutano le rigidità di incasellarsi in uno stile alimentare specifico.
  • Freegan: questo stile di vita consiste nel recuperare gli scarti, soprattutto nel prendere il cibo in scadenza dai supermercati, i quali lo butterebbero senza averlo venduto.
  • Crudisti: mangia cibi interamente crudi con la sola regola di non superare una certa temperatura per non perdere le proprietà di attivazione enzimatiche nel corpo.
  • Fruttaliano: solo frutta e verdura, sia cruda che cotta.
  • Fruttaliano-crudista: solo frutta e verdura, solo cruda.
  • Fruttariano: solo frutta cruda preferibilmente dolce.
  • Fruttariano simbiotico: solo frutta cruda colta e mangiata dagli alberi che incontra o che lui stesso cura.
  • Semivegetariani: eliminano solo le carni rosse, ma non quelle bianche.
  • Ovo vegetariani: eliminano tutti i tipi di alimenti animali tranne le uova.
  • Latteovegetariani: mangiano solo alimenti derivati da latte.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità esprime da sempre le sue perplessità e preoccupazioni riguardo i rischi di malnutrizione.

Dal punto di vista legislativo, tali diete non sono né prescritte, né tanto meno vietate; sicuramente rappresentano una tendenza in espansione perché esistono persone di rilievo che le praticano o perché la sensibilità odierna spinge molti a orientarsi verso questa dimensione.

Se chi pratica tali scelte personali pretende rispetto per la propria condotta, sarebbe bene che non avesse a sua volta una opinione di totale discredito verso i cosiddetti onnivori, tale da pretendere che la propria divenga una scelta sociale.

 

Valentina G.

Print Friendly, PDF & Email

Related posts