La situazione dei migranti, Paese per Paese

La Francia dichiara guerra all’Isis: sorvoleranno la Siria con voli di rifugiatiricognizione in previsione di raid aerei contro obiettivi scelti; per il presidente francese una delle condizioni è che Bashar Assad “se ne vada”, o comunque, sia “neutralizzato”.
La pressione politica e mediatica della crisi dei migranti ha spinto Hollande a cambiare la sua strategia contro l’Isis : da un anno, Parigi partecipa a raid aerei in Iraq, ma aveva finora rifiutato di intervenire in Siria, seguendo la linea del “né con Assad, né con l’Isis”. A determinare il cambiamento di rotta sulla Siria è stata l’esigenza di “autodifesa”, dal momento che i servizi di Parigi hanno individuato le basi in cui vengono ideati e organizzati gli attentati sul territorio francese.

Anche la Raf britannica si appresta ad unirsi al fronte anti-Isis in una situazione in cui Cameron è operativo da tempo: già il 21 agosto scorso un drone ha colpito una base dello Stato Islamico a Raqqa, uccidendo due jihadisti con che avrebbero pianificato “attacchi contro l’Occidente”.
l’Italia, intanto, attende: “Occorre” spiega Renzi “un progetto di lungo termine”.
Il governo tedesco metterà a disposizione sei miliardi di euro per far fronte agli arrivi di migranti nel Paese. Verranno inoltre fornite ulteriori strutture per accogliere i profughi. La cancelliera tedesca Merkel ha ringraziato tutti coloro che si sono mobilitati per l’emergenza migrantisottolineando che è “necessaria una distribuzione equa nei paesi Ue, oltre a dover rispettare ovunque standard di accoglienza”.
A Monaco sono arrivati più di ventimila persone in 48 ore.

Il premier ungherese Orban chiede all’Europa di “chiudere le frontiere o si rischia l’arrivo di milioni di migranti”. L’Ungheria sta intanto procedendo spedita nella costruzione di un muro al confine con la Serbia, dove ha schierato anche migliaia di militari.

“Schengen è la conquista più grande dell’Unione europea, non è il problema”.
Lo assicura il commissario Ue all’Immigrazione Avramopoulos, rivolgendosi a chi vorrebbe chiudere le frontiere dell’Unione o erigere muri per affrontare l’emergenza migranti.
“Se mettiamo in pratica tutti gli strumenti che prevede, l’Europa sarà più sicura e coerente e non avremo bisogno di barriere”.

Nel frattempo, centinaia di profughi sono in marcia verso Budapest: stanchi di aspettare gli autobus hanno sfondato le linee della polizia ungherese e si sono messi a camminare sulla principale autostrada verso la capitale.
Nei pressi di Roszke, complice la notte, a centinaia sono riusciti a rompere la morsa degli agenti e vagano nei campi, tentando di raggiungere a piedi una stazione, per dirigersi poi a Budapest e quindi in Austria o Germania: la terra promessa.
Alla stazione ferroviaria di Szeged però a nessuno è permesso lasciare la cittadina se non in possesso della “carta” di identificazione della polizia: chi non ce l’ha, viene consegnato alla polizia alla stazione successiva.

Valentina G.

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