Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato una risoluzione nella quale si chiede un obbligo di certificazione alle imprese che importano minerali provenienti da zone di guerra per garantire che tali commerci non alimentano conflitti o violazione dei diritti umani. La tracciabilità obbligatoria impegnerà 800.000 imprese dell’UE, la maggior parte delle quali PMI, a fornire informazioni su tutte le misure prese per identificare e risolvere i rischi connessi alla loro catena di approvvigionamento. Per fonderie e raffinerie, che rappresentano l’ultimo stadio di tracciabilità dei minerali, gli eurodeputati hanno proposto l’introduzione di un audit obbligatorio, svolto da soggetti terzi, per controllare l’effettiva applicazione delle regole. La Dirigenza dell’ANAS, nel sostenere fermamente la necessità di rompere il legame tra lo sfruttamento di minerali ed il finanziamento di conflitti armati attraverso le misure approvate, evidenzia allo stesso tempo la necessità di tutelare le PMI che non possono essere assoggettate ad oneri burocratici troppo gravosi. Dopo il voto dell’Assemblea, gli Stati membri dovranno esprimere le loro posizioni per poi dare inizio ai negoziati fra le due istituzioni
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