La marcia indietro della Polonia sulla legge anti-aborto

La Polonia ha una delle leggi più restrittive d’Europa sull’interruzione volontaria della gravidanza: lo scorso 22 settembre il parlamento polacco ha cominciato a esaminare un disegno di legge che vieterebbe ogni forma di aborto rendendolo illegale tranne che in caso di immediato pericolo di morte per la donna (un tipo di legge in vigore decenni fa in molti paesi a maggioranza cattolica).

Il disegno di legge arriva da una proposta ufficiale di diversi gruppi religiosi cattolici, appoggiata anche dalla Conferenza episcopale polacca (una delle più conservatrici in Europa).

Non esiste un diritto assoluto di abortire ma la legge in vigore, approvata nel 1993, consente l’aborto fino alla venticinquesima settimana solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, gravissima malformazione del feto e stupro.

Secondo le stime, oggi in Polonia, gli aborti clandestini sono tra i 100.000 e i 150.000 all’anno: numeri molto superiori di quelli legali che si aggirano tra i 1.000 e i 2.000.

La nuova normativa antiabortista prevedrebbe addirittura verifiche sugli aborti spontanei e la pena del carcere (5 anni) sia per le donne sia per i medici.

Contro la proposta di legge anti-aborto, le donne della Polonia stanno dando vita da giorni alla #CzarnyProtest – la “protesta nera” – che ieri è diventata di massa con uno sciopero nazionale di lavoratrici dipendenti, casalinghe e studentesse e manifestazioni nelle città di tutto il Paese.

Le proteste sono state molte e gli slogan della Black protest richiamano alla libertà di scelta e ai rischi legati a un divieto: “Vogliamo medici e non missionari”.

Oggi, dopo la grande marcia di protesta delle donne, la Polonia fa marcia indietro sulla legge anti aborto: il Parlamento ha respinto il disegno di legge che introduceva di fatto il divieto totale di interruzione di gravidanza.

“Le manifestanti ci hanno fatto riflettere, e ci hanno dato una lezione di umiltà”, ha dichiarato Jaroslaw Gowin, ministro di Scienza e Pubblica istruzione. La vecchia legge ora vigente è già restrittiva ma il nuovo testo chiedeva un divieto totale d’interruzione di gravidanza. “Non siamo mai stati favorevoli a una politica che punisca le donne”, ha detto Tomasz Latos, deputato di Diritto e Giustizia. Le opposizioni avevano da subito duramente attaccato il governo per il voto favorevole alla legge della maggioranza in prima lettura.

 

Valentina G.

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