I matrimoni gay dividono l’umanità: o si è pro o si è contro, nessuna mezza misura è tollerata.

imagesKLRUEJJZIn questi anni le associazioni omosessuali di tutto il mondo stanno unendo le forze e chiedono a gran voce la rivendicazione dei propri diritti: sulla base del fatto che l’unione omosessuale sia un espressione della propria personalità, essa non deve essere vietata o limitata da norme che la discriminano.

La Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, La Carta di Nizza e diverse Risoluzioni del Parlamento Europeo hanno sancito per molti anni la necessità di evitare discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale nel diritto ad avere una famiglia.

 

In tutto questo l’Italia si pone al di fuori di qualsiasi confronto giustificandosi con l’influenza di una “impronta religiosa” che determinerebbe l’impossibilità di celebrare matrimoni gay.

Per la Chiesa il matrimonio è solo tra un uomo e una donna, ma altra cosa è riconoscere i diritti individuali delle persone conviventi.

A favore di ciò, si espone il teologo moralista padre Lorenzetti:

In base al Vangelo, trasmette l’annuncio dell’incommensurabile dignità della persona umana, eterosessuale o omosessuale che sia. L’annuncio si fa  inevitabilmente denuncia di ogni forma di discriminazione, emarginazione e offesa. È doveroso superare antichi pregiudizi che hanno relegato l’omosessuale nell’ambito del peccato, della perversione, della follia e della malattia. In questa prospettiva, I movimenti omosessuali hanno il merito di riportare all’attenzione pubblica molteplici problematiche sociali e culturali che accompagnano la condizione dell’omosessuale, e di denunciare le ingiustizie e la violazione dei diritti umani nei diversi ambiti della vita sociale”.

Erroneamente vengono definiti i paesi cattolici come quelli che più hanno “condannato” l’omosessualità; in realtà, il primo paese ad abolire il reato d’omosessualità è stato la Francia nel 1810, il secondo l’Italia nel 1886 ed infine la Polonia nel 1932: tre paesi di lunga tradizione cattolica.

 

Non solo ostacoli religiosi, i matrimoni gay risultano impossibilitati dalla normativa italiana sul diritto di famiglia, ritenuti non in linea con i principi del nostro ordinamento.

In realtà, l’articolo 2 della Costituzione non vieta esplicitamente matrimoni tra persone dello stesso sesso stabilendo che:

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità“, dove la famiglia è una formazione sociale in cui l’individuo svolge, appunto, la sua personalità.

L’articolo 3 della nostra Costituzione riporta che:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali“.

Questi  due articoli sono inseriti in una parte della Costituzione intitolata “Principi Fondamentali“, il primo capitolo di tutta la Costituzione stessa.

 

I matrimoni gay dividono l’umanità: o si è pro o si è contro, nessuna mezza misura è tollerata.

 

Nel 1950 avere rapporti omosessuali era illegale ovunque, ma ad oggi, i matrimoni gay e le unioni civili sono riconosciuti in molte nazioni ed in occidente non è più socialmente accettabile essere omofobici.

Ciò nonostante c’è una parte del mondo in cui essere omosessuali è molto difficile: in Africa le donne lesbiche vengono sottoposte a stupri correttivi; nel Ciad in Nigeria ed Uganda sono state promulgate leggi anti gay; la Russia vieta ogni promozione all’omosessualità.

 

Italia, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania: sono solo 9 i Paesi dell’Unione Europea che, ad oggi, non prevedono nessun tipo di tutela per le coppie omosessuali.

E in tanti casi, alla richiesta di equiparare le coppie omosessuali a quelle dello stesso sesso, molti paesi hanno risposto negativamente.

Tutti gli altri hanno detto sì a matrimoni o unioni civili:

–          PAESI BASSI, 2001.

L’Olanda è stato il primo Paese al mondo, 14 anni fa, ad approvare i matrimoni tra persone dello stesso sesso; anche le adozioni sono legali.

–          BELGIO, 2003.

Il via libera alle adozioni è arrivato tre anni dopo.

–          CANADA, 2005.

–          SPAGNA, 2005.

Anche le adozioni sono legali.

–          SUDAFRICA, 2006.

Nel novembre 2006, il Sudafrica diventa il primo Paese africano a legalizzare le unioni tra persone dello stesso; le coppie possono anche adottare.

–          NORVEGIA, 2009.

Nel 1993, 21 anni fa, la Norvegia diventò il secondo Paese al mondo, dopo la Danimarca, ad approvare le unioni civili tra persone dello stesso sesso.

Il Parlamento di Oslo ha approvato i matrimoni; le adozioni sono legali dal 2009.

–          SVEZIA, 2009.

Come la Norvegia, la Svezia ha approvato le unioni civili tra gay e lesbiche nella seconda metà degli anni Novanta. I matrimoni sono arrivati nel 2009. Il Paese è stato il primo al mondo ad avere approvato i matrimoni con rito religioso; l’adozione era già legale dal 2003.

–          ISLANDA, 2010.

I matrimoni gay sono stati approvati all’unanimità dal Parlamento di Reykjavík nel 2010; le adozioni sono legali dal 2006. Subito dopo la legge, il primo ministro Jóhanna Sigurðardóttir, primo capo del governo al mondo dichiaratamente omosessuale, ha sposato la sua compagna.

–          PORTOGALLO, 2010.

Rimane esclusa la possibilità di adottare.

–          ARGENTINA, 2010.

Il 15 luglio 2010 l’Argentina è diventato il primo Paese sudamericano ad approvare il matrimonio gay e le adozioni da parte di omosessuali.

–          DANIMARCA, 2012.

La Danimarca è stato il primo Paese al mondo ad approvare le unioni civili tra persone dello stesso sesso nel 1989. I matrimoni sono arrivati nel 2012. Anche le adozioni sono legali.

–          FRANCIA, BRASILE, NUOVA ZELANDA e URUGUAY, 2013.

–          INGHILTERRA E GALLES, SCOZIA,2014.

–          LUSSEMBURGO e FINLANDIA, 2014.

Autorizzate anche le adozioni di minori.

 

Il matrimonio gay vuole essere un vero e proprio riconoscimento civile dell’unione di due persone dello stesso sesso che comporta l’acquisizione di diritti e doveri da parte della coppia (ad esempio, la possibilità di ereditare in caso di morte del coniuge, di prendere decisioni sulla salute del partner, di avere tutele in caso di separazione, di usufruire della pensione del coniuge e altro).

L’acronimo Pacs sta per Pacte civil de solidarité cioè Patto Civile di Solidarietà ed è una forma di unione civile accettata per la prima volta in Francia nel 1999. Possono accedere ai Pacs non solo le coppie omosessuali ma qualunque coppia che intenda legalizzare la propria unione senza dover necessariamente ricorrere all’istituzione del matrimonio. Sottoscrivendo questa unione le coppie possono godere di alcuni diritti come l’assistenza del partner in ospedale, prendere decisioni sulla salute e sulla vita del proprio compagno, ereditare in caso di decesso.

 

L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa che non ha ancora “aggiornato” il proprio diritto sulla questione di unioni legali tra persone dello stesso sesso e molte sono le pressioni da parte della Comunità europea a prendere provvedimenti al riguardo. L’idea del matrimonio si basa fondamentalmente sul concetto di famiglia. Molti, infatti, temono che accettando di legalizzare le unioni gay si possa giungere all’adozione, il cui tema trova forti opposizioni tra i più radicali che si aggrappano al concetto di famiglia identificandolo unicamente come l’unione di un uomo ed una donna.

Per la prima volta nella storia della Capitale, il sindaco di Roma ha trascritto nel registro di stato civile il matrimonio contratto all’estero di 16 coppie omosessuali, con una coda di polemiche anche in seguito alla circolare inviata dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a tutti i prefetti affinché invitassero formalmente i sindaci a cancellare queste trascrizioni. A Udine è stato trascritto il primo matrimonio tra due donne, un’italiana e una sudafricana, residenti in Belgio; a Milano, Giuliano Pisapia ha trascritto sette unioni;  a Bologna è dal 15 settembre scorso che si possono registrare le nozze gay, nonostante la curia locale si sia detta fortemente contraria. Il primo cittadino di Empoli ha dato l’ok alla trascrizione, a patto che almeno uno dei due coniugi sia cittadino residente del comune. A Livorno il vicesindaco ha trascritto il primo matrimonio civile tra Christian e Roberto, che si erano sposati la scorsa estate in Spagna. Nel comune marchigiano di Fano, a fronte del primo matrimonio gay il sindaco si è assunto tutte le responsabilità del gesto, “anche nei confronti del dissenso interno alla maggioranza”. A Napoli, invece, il primo cittadino ha deciso che “ricorrerà nelle sedi giudiziarie competenti” contro la decisione del ministro dell’Interno. Anche il sindaco di Pistoia trascriverà personalmente i matrimoni contratti all’estero di tutte le coppie gay che ne faranno richiesta.

 

Si è cominciato a considerare il matrimonio gay come una proposta alternativa di costruire una famiglia: famiglia non più legata alla esclusiva finalità procreativa, ma fondata essenzialmente sulla solidarietà e rispetto dei loro componenti.

Non sappiamo quale sarà la direzione che seguirà il governo del nostro paese, tuttavia, non potrà non tenere conto del sentore dell’opinione pubblica, oramai schieratasi in favore del riconoscimento legale dei diritti e dei doveri delle unioni tra persone dello stesso sesso.

Valentina G.

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