Croce e Corano si uniscono in un unico messaggio di pace

Appelli alla pace, alla solidarietà e alla misericordia: il giorno della preghiera comune di musulmani e cattolici si snoda da nord a sud nelle chiese italiane con un unico messaggio comune: «Siamo fratelli».

L’Islam varca la soglia delle chiese italiane: un gesto potentissimo, che giunge subito dopo l’attentato in chiesa di Rouen, costato la vita a padre Jacques Hamel, sgozzato nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray.

23mila imam e credenti musulmani (come riportato da Foad Aodi, presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia) da Milano a Roma, Trieste, Genova, Firenze, Napoli, Torino, Palermo, Catania e Bari, pregano a messa insieme ai cristiani di fede cattolica dove non sono mancati momenti di grande commozione.

Una straordinaria saldatura tra fedi diverse che certamente nasce sull’onda emotiva di tragici eventi: “Questi criminali sono i falliti di cui parlava il profeta» ha spiegato Ahmed El Balazi, Imam di Vobarno, alle porte di Brescia, “A noi fa molto male sentir parlare di terrorismo islamico. La religione islamica non ha niente a che fare con esso, non ha colpa” ha precisato.

Messa comune e messaggio di solidarietà anche dall’imam di Trieste: “Il terrorismo che sta sconvolgendo il mondo non è l’Islam, tutto ciò che è violenza ‘is not in my name’, perché l’Islam è una religione di pace che ci unisce alle altre fedi”.

Gli islamici nel Duomo di Napoli: “Serve più dialogo. Il nostro dialogo con la comunità e i nostri fratelli cattolici continuerà, ma da oggi deve proseguire in modo più intenso”.

A Torino, i rappresentanti delle moschee che fanno riferimento alla Associazione islamica delle Alpi hanno preso parte alla messa nella chiesa della Consolata, dove il sacerdote celebrante ha detto durante le intenzioni dei fedeli “la pace è un dono di Dio che richiede la collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non, musulmani e cattolici”.

A Roma è stata la chiesa di Santa Maria in Trastevere ad accogliere la delegazione islamica: “Siamo qui per esprimere vicinanza e unità” ha detto Mohammed ben Mohammed, “le moschee non sono luoghi in cui i fanatici si radicalizzano, le moschee fanno il contrario del progetto di terrorismo: diffondono pace e dialogo”.

E’ necessario essere in chiesa per evitare rischi di radicalizzazione visto che l’Isis sta lavorando in franchising”, ha detto Alfredo Maiolese, presidente della Lega dei musulmani europei, al termine della messa nella cattedrale di San Lorenzo a Genova.

In questo momento drammatico è un segno di profondo rispetto verso la sacralità della vita, dei luoghi e dei ministri del culto. Non si tratta di una iniziativa individuale, ma di una testimonianza di compartecipazione sacrale, che vede contemporaneamente portare un segno di vicinanza spirituale alla comunità cristiana”, ha detto l’Imam Muhyiddin Bottiglioni, nella chiesa di Santa Maria di Caravaggio, a Milano.

Siamo molto grati per questa risposta pronta, tempestiva e chiara; se continuano su questa strada si potrà creare un vero isolamento attorno a questi fanatici omicidi”, commenta su Avvenire il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, da Cracovia, dove ha partecipato assieme ai giovani italiani alla giornata Mondiale della Gioventù,

E proprio nel giorno in cui cristiani e musulmani pregano insieme contro il terrore, l’Isis fa uscire la sua rivista, Dabiq, che in copertina mostra un militante con la bandiera del Califfato che abbatte una croce sul tetto di una chiesa ed il titolo «Rompiamo la Croce» invitando i «soldati nascosti» ad attaccare i «crociati».

 

Valentina G.

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