“Aprite a chi amministra la giustizia le porte della giustizia”

Pubblici ministeri e giudici onorari fanno proprie le parole pronunciate da Papa Francesco nella cerimonia solenne di apertura della porta santa presso la Basilica di San Giovanni. E per sostenere le proprie ragioni, dopo aver bloccato per una settimana i tribunali ordinari, si apprestano a bussare alle porte del CSM per essere tutelati.
Sembra infatti che tra le mozioni che potrebbero esmagistratisere proposte al plenum dell’organo di governo della magistratura ce ne potrebbe essere una che prevederebbe di mandarli a casa tra quattro anni, quindi peggiore di quella governativa che li rottamerebbe non prima di dodici anni.
Le loro istanze, invece, sono rivolte al riconoscimento dei contributi previdenziali e dei congedi di maternità e di malattia, ma soprattutto alla possibilità di raggiungere l’età pensionabile attraverso proroghe quadriennali dei propri mandati, così da conferire stabilità alla figura, pur confermandone l’inquadramento onorario.
Attualmente, pur amministrando processi civili di qualunque valore e la maggior parte delle cause penali di competenza del tribunale in composizione monocratica o collegiale (dal furto al traffico di stupefacenti, dalla violenza sessuale allo stalking, dall’omicidio colposo alla rapina, ecc.) sono trattati peggio dei lavoratori in nero in quanto sono prorogati di anno in anno, in contrasto con il diritto dell’Unione europea (la quale ha già obbligato lo Stato italiano ad assumere i precari della scuola e il Regno unito a risarcire i magistrati onorari d’oltremanica).
Nella legge di stabilità si è inoltre previsto un taglio di 14 milioni di euro agli stanziamenti destinati alla loro retribuzione e, anche se il Ministro Orlando promette che non si avvarrà della nuova norma finanziaria – ad avviso della Federmot incostituzionale – che lo autorizza a intaccare le indennità dei magistrati onorari, si è smarcato dalle loro richieste di stabilizzazione previdenziale invitandoli a rivolgerle anche al MEF affinché reperisca i finanziamenti.
Il procuratore di Roma Pignatone e quello di Torino Spataro appoggiano invece, insieme ad altri capi di uffici giudiziari, le loro richieste, rispettose delle prerogative esclusive della magistratura di ruolo e coerenti con l’inquadramento onorario della categoria. Dispiace constatare che alcuni magistrati del CSM si siano resi autori di una proposta peggiorativa rispetto a quella del Governo, sostenendo la quale non solo rinunciano a rappresentare tutta la magistratura ordinaria, ma interpretano in modo assai discutibile gli interessi di quella di ruolo, la quale potrebbe solo giovarsi dell’ausilio di una magistratura di supporto onoraria ma non più precaria.

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