ANAS Milazzo: È facile firmare ordinanze di sgombero a tappeto ma il rischio di compiere ingiustizie è altissimo

Giungono preoccupate richieste di aiuto da parte di soggetti in stato di necessità nel quartiere di Fiumarella che stanno per essere allontanati dalle case popolari occupate abusivamente, per qualcuno, da decenni.

Ovviamente siamo accanto alla Magistratura ed alle forze dell’ordine che “non possono non svolgere” il loro compito d’ufficio nel sanzionare chi ha violato le norme per entrare in possesso legittimamente di tali alloggi ma, attenzione: che il comune invochi legalità senza tenere conto della giustizia non è, a nostro avviso, una pratica eticamente sostenibile. Gli alloggi popolari nascono per dare una casa a chi più ne ha bisogno.

Da qui bisogna partire. Se dunque l’abusivo è in condizioni di poter provvedere a se stesso “l’azione di forza” non solo è giusta ma anche persino tardiva tenuto conto degli anni trascorsi.

Se però chi occupa la casa, oltre a non avere un lavoro, ha figli minori o addirittura disabili, la comunità deve riconoscere questo stato di disagio grave e provvedere.

Siamo abituati ai paradossi sia in Italia che a Milazzo ma immaginare che il ruolo del comune nei confronti di una persona in grande difficoltà con minori e disabili in famiglia sia quello di togliere l’unica possibilità abitativa piuttosto che cercare soluzioni alternative, fa a pugni col concetto di giustizia.

Riconosciamo che il tema è impervio avendo avuto diretta contezza dei limiti dell’ente in materia di governo di questi processi; non a caso questo tema fu tra quelli che determinarono le dimissioni da assessore ai servizi sociali del presidente di questo sodalizio, fatto che però oggi ci consente di parlare del problema con cognizione di causa. In tal senso coerenza vuole che, ora come allora, si chiedano soluzioni legali che impediscano lo smembramento dei nuclei familiari, magari internando i minori e lasciando i genitori “sotto un ponte”.

Il comune deve fare esattamente l’opposto, i problemi li deve risolvere e non certo fare semplicisticamente di tutta l’erba un fascio. È facile firmare ordinanze di sgombero a tappeto ma il rischio di compiere ingiustizie è altissimo. Un Paese che si dice civile perché accoglie migliaia di persone e giustamente si impone procedure “straordinarie” per dare un tetto e una pasto ad un immigrato deve certamente porsi il problema “ordinario” dei propri cittadini indigenti anche quando l’indigenza è tale da costringerli a commettere un abuso. Si corregga l’abuso ma si dia solidarietà anche a loro.

È ovvio che una tale valutazione, squisitamente politica, non può essere posta ne al magistrato cui compete l’applicazione della legge ne, tantomeno, alle forze dell’ordine cui ne compete l’esecuzione… sono le forze politiche che amministrano la città, in testa sindaco e assessore al ramo, a doversi interrogare. Proprio alcuni giorni fa si è tenuto al comune di Milazzo un dibattito in cui si parlava di iniziative di “inclusione sociale” finanziate con le misure europee; il parroco P. Marco D’Arrigo in quella sede ha sottolineato la necessità di investire queste risorse proprio per fare fronte alle numerose situazioni di assistenza e “di emergenza” anche “abitativa” ottenendo, seduta stante, l’appoggio dell’Anas di Milazzo.

Desideriamo dunque capire, vista peraltro l’assenza alla riunione dell’assessore al ramo, se assisteremo alla mera applicazione delle norme o se, accanto all’inderogabile rispetto della Legge, potremo registrare una iniziativa, un progetto, un atto di solidarietà per questa gente bisognosa per la quale sentiamo, insieme alla Chiesa locale, di dover stimolare una attenta riflessione. È una questione di Giustizia e Civiltà, e se non se ne tiene conto, la stessa Legalità cui questa azione è ispirata può rimanerne ferita.

Print Friendly, PDF & Email

Related posts