Addio ad Armando Cossutta, fondatore di Rifondazione Comunista

E’ morto, a 89 anni, Armando Cossutta: storico dirigente del Pci, fondatore di Rifondazione comunista dopo la trasformazione del Pci e poi del partito cossuttadei comunisti italiani.
Cossutta è stato ininterrottamente comunista, senza pentimenti, da quando, a 17 anni, prese la prima tessera del Pci in piena guerra mondiale.
Nel dopoguerra divenne dirigente del partito.
Negli anni Settanta, da dirigente del Pci, aveva incarnato l’anima filo-sovietica, ingaggiando polemiche aperte con il leader di allora, Enrico Berlinguer, il quale aveva affermato che la “spinta propulsiva” della Rivoluzione d’Ottobre si era esaurita, tentando di sganciare il PCI dai suoi rapporti storici con i regimi comunisti del blocco sovietico.
Fu protagonista nella fase finale del Pci, alla fine degli anni Ottanta, quando il gruppo raccolto attorno ad Achille Occhetto guidò il partito verso lo scioglimento.
Cossutta, nel febbraio 1991, organizzò la nascita del Partito della Rifondazione comunista, assieme a l’ex socialista Lucio Libertini e Sergio Garavini che, nel dicembre dello stesso anno, si unì a Democrazia Proletaria formando il Partito della Rifondazione Comunista, di cui fu presidente.
Alla fine degli anni Novanta contrastò Fausto Bertinotti, il segretario di Rifondazione che, dopo aver inizialmente sostenuto il primo governo Prodi, ritirò l’appoggio.
Una svolta, quella anti-Prodi, non condivisa da Cossutta, che fondò un piccolo partito, il Pdci, decisivo per la nascita del governo D’Alema.

Per contrasti interni lasciò il partito nel 2006, ritirandosi dalla politica.

L’8 agosto scorso era rimasto vedovo, dopo la morte della moglie Emilia Clementi, con la quale era stato legato per circa settant’anni e dalla quale aveva avuto tre figli: Anna, Dario e Maura.

 

Valentina G.

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