Durante la visita alla stazione di transito del comune di Gevgelija in Macedonia, compiuta dalla delegazione formata da membri A.N.A.S. e deputati europei, sono stati constatati elementi che hanno destato una serie di preoccupazioni.
I profughi al confine fra Serbia e Macedonia non presentano infatti alcun segno di stanchezza, inoltre è stato notato che la maggior parte era dotata di smarthphone di ultima generazione.
Inoltre, stranamente, i profughi non hanno avanzato alcuna richiesta di fondi e molti riescono a spostarsi anche in taxi, dimostrando di possedere una propria autonomia finanziaria. Da uno scambio di parole è peraltro emerso che alcuni di loro non sapevano da dove venivano né dove erano diretti ma seguivano il flusso migratorio.
Tutto questo non fa altro che gettare l’ombra del dubbio sull’intera vicenda, ponendo molti punti interrogativi bisognosi di vere risposte e chiarimenti.
Maria Valentina Pasta