A.N.A.S. consiglia l’escursione “Sant’Angelo di Brolo – Ficarra”

Appuntamento: domenica 28 febbraio, ore 07:00 – Piazzale Giotto (capolinea autobus)
Partenza: ore 07:15 (pullman GT LABISI)
Colazione: cornetti, the, caffè, acqua
Pranzo: a Ficarra

Sant’Angelo di Brolo

Il nome del paese si rifà alla chiesa di Sant’Angelo e al termine “Brolum” che escursioni1nel linguaggio medioevale significava campo coltivato. Le origini del centro abitato, così come è oggi disposto, risalgono alla campagna Normanna contro i Saraceni condotta da Ruggero II D’Altavilla, il quale dopo aver vinto una battaglia nell’attuale contrada Altavilla, secondo leggenda grazie all’intercessione dell’Arcangelo Michele, eresse un convento a memoria dell’evento e lo affidò ai padri Basiliani. Intorno al Convento nacque il centro abitato. Erasmo fu il primo abate. Tuttavia erano già presenti nel territorio quattro casali greci. Il paese fu assoggettato alla dinastia feudale degli abati del Monastero di S. Michele. Raggiunse il suo massimo sviluppo fra i secoli XVI e XVII grazie all’avvio della produzione della seta. Ricco di monumenti architettonici, in prevalenza religiosi fra cui la Chiesa Madre con uno stupendo portale intagliato, la Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, l’abbazia di San Michele Arcangelo voluta dal conte Ruggero d’Altavilla, il Castello e la torre di Piano Croce. Il paese, anche solo con mille abitanti, fu storica residenza di numerosi nobili, tra cui il principe di Sant’Elia Natoli, figlio di Blasco, fondatore del Monastero di S.Chiara, principe di Sperlinga e di Camporotondo, e anche i principi di Galati, il principe di Santantonino, la principessa Isabella di Cerami, i Lanza, gli Spucches, Francesca Natoli, moglie del barone caldarera, sorella del marchese Vincenzo Natoli, in quegli anni presidente del Regno. Nel 1359 sotto il regno di Federico IV di Sicilia la fortificazione e i possedimenti sono assegnati a Vinciguerra d’Aragona.

Salumificio “F.lli Fasolo”

Nel cuore della valle di S. Angelo di Brolo dove si produce il Salame S. Angelo IGP nasce una realtà artigianale a conduzione familiare il “ Salumificio F.lli Fasolo Srl “ a continuazione di una storia ventennale da padre a figli della produzione di insaccati di qualità, dove l ‘amore per le cose buone è la passione per il lavoro contraddistinguono il nostro Marchio. Di notevole importanza è la posizione del nostro paese, dove protetto dai monti Nebrodi in una valle chiusa le correnti salate del mare e le correnti fredde della montagna si incontrano, dando vita a microclima unico, principale artefice della particolarità e del sapore unico dei nostri prodotti. Basilio e Mauro Fasolo iniziando da ragazzini un po’ per gioco è un po’ per dare un aiuto alla famiglia si sono appassionati sempre più all’ azienda e all’ arte salumaia, questa passione la si avverte nei nostri prodotti. Controlliamo scrupolosamente tutte le fasi produttive: l’ arrivo della materia prima, la lavorazione, la stagionatura, monitorando con dovizia tutta la filiera fino al confezionamento. L’amore per il lavoro ci porta a migliorare continuamente la qualità dei nostri prodotti, mantenendo i sapori genuini e unici di un tempo, come vuole la nostra tradizione.

Pranzo a Ficarra

Ficarra

Non è stata ancora accertata l’etimologia del nome. Degli studiosi ritengono che il primo nucleo fu costituito dagli arabi con il nome di Al Fakhar (la gloriosa). Altri sostengono che Ficarra derivi dalle numerose coltivazioni di fichi, ancora oggi presenti sul territorio: nelle carte geografiche del Seicento veniva indicato come “La Ficara”, che in dialetto messinese significa pianta di fico. Ficarra sorge sui monti Nebrodi, a 450 m s.l.m. in mezzo a boschi di ulivi e noccioli. Il territorio è diviso su tre colline: in quella sud-occidentale vi è il centro (che a sua volta è sormontato dalla collina del convento, da quella della chiesa madre e da quella della fortezza carceraria). In quella a centrale le contrade di Serro, Crocevia e Pietra della Zita, in quella nord-orientale Matini. A nord, in pianura, vi sono Rinella, San Noto, Sauro. Le tre colline sono divise da due valli in cui scorrevano il torrente di Brolo e un suo affluente. La valle sud-occidentale, che divide il territorio di Ficarra da quello di Naso e Sinagra, è invece solcata dal torrente Naso (o Timeto). Dista circa 85 chilometri a ovest da Messina e circa 150 da Palermo. La nascita di Ficarra mischia storia e leggenda. Secondo Diodoro Siculo furono i fenici a fondare Pallisa (che deriverebbe dalla dea Pallade), primo villaggio nel territorio dell’attuale Ficarra. I greci sicelioti avrebbero ricostruito il villaggio su una collina oggi chiamata Strummuli (forse sede di una necropoli scomparsa). Il primo documento ufficiale è del 1082: un diploma del conte normanno Ruggero II di Sicilia in cui veniva citato il nome di Ficarra. Il paese attuale nacque attorno ad una fortezza saracena, citata nel 1198 dai registri di Messina. Sotto i Normanni, il centro nebroideo era un feudo che fungeva da riserva di caccia per i baroni. Sotto gli Svevi il territorio venne attribuito a Guglielmo Amico, che rimase in carica fino a quando Federico II di Svevia non morì e Ficarra gli fu tolto. La sua vedova, Macalda di Scaletta (1240 ca.-1308 ca.), e il secondo marito Alaimo da Lentini, protagonista dei Vespri siciliani, divennero i nuovi proprietari. La spregiudicata baronessa ebbe gravi contrasti con la Corona di Aragona per il possesso di questo feudo. Caduti in disgrazia, Macalda e Alaimo persero il feudo, che fu assegnato a Ruggero di Lauria, erede di Guglielmo Amico. Ruggero era il comandante in capo della flotta aragonese e vinse alcune battaglie contro gli angioini. Ciò non impedì al re di confiscargli i beni, tra cui Ficarra, che venne assegnata di nobili Lancia di Brolo o Lanza di Brolo, che rimarranno in carica fino alla prima metà del Settecento. Il capostipite sarebbe stato Manfredi di Sicilia, figlio di Federico II. I Lancia governarono il paese fino al 1738, quando Girolamo III Lancia di Brolo dovette mettere all’asta la baronia. Ficarra fu venduta per 38600 onze. Da quel momento, vari nobili hanno costruito dei palazzi nel centro del paese, tra cui il Palazzo Baronale di Ficarra, in cui tuttora si svolgono varie mostre stagionali. L’ultimo barone di Ficarra è morto agli inizi del Novecento. Ficarra è un tipico paese medievale, che ha comunque subito molti rimaneggiamenti nel tempo. Il centro abitato è pieno di vicoli che si intrecciano con strade asfaltate, palazzi d’epoca si alternano a edifici di recente costruzione, senza tuttavia compromettere il fascino antico che avvolge il paese. Fu sotto i Lancia che il paese ebbe il periodo di massimo sviluppo. Di quell’epoca, rimangono tuttora i tre principali luoghi d’interesse del paese: il convento, la chiesa madre e la fortezza carceraria.

Il Convento

Il Convento dei Frati Minori Osservanti di San Francesco risale al 1522. Utilizzato come biblioteca, poi, caduto in rovina, abbandonato nel 1885. Il chiostro venne utilizzato nel XX secolo per l’edificazione di un monumento ai caduti. Di esso rimane intatto un arco a pieno sesto. Il Santuario dell’Annunziata è la chiesa madre, costruita nel XV secolo. Ospita la statua dell’Annunziata, probabilmente opera di Antonello Gagini. Più volte nella storia la chiesa ha indicato la statua come miracolosa, in quanto più volte è stata vista piangere sangue.

La Fortezza

La fortezza carceraria è caratterizzata da una pianta quadrata con basi a scarpa, possenti mura in pietra arenaria con merli a coda di rondine e aperta solo dal portale d’ingresso. È un imponente e austero edificio, situato sul colle più a sud. Le stanze sono in successione attorno al cortile. Di fronte all’ingresso vi è la cappella privata. Al centro del cortile, il pozzo è collegato ad una cisterna in cui arriva l’acqua piovana. Nacque probabilmente come torre di avvistamento e nel 1500 fu ampliata e dotata di celle per adibirla a carcere. Distrutta per l’incuria e dalle bombe del 1943, dei due piani originari oggi ne rimane solo uno, recentemente ristrutturato, mentre il secondo è ridotto ad una terrazza panoramica da dove si può vedere buona parte del territorio Ficarrese e le isole Eolie. Vi si organizzano moste d’arte. Nel 2011 è stato allestito al suo interno un piccolo museo del gioco medievale. Dal Seicento sono stati costruiti molti palazzi; hanno tutti una pianta regolare, con balconi barocchi e portali con blasoni di famiglia per sottolineare lo status sociale. Fra i palazzi principali si segnalano i palazzi Busacca, Baronale, Ferraloro e Milio. Gli intagliatori della pietra ficarresi arenarie gli scalpellini, la cui attività dal Rinascimento era assai diffusa su tutto il territorio dei Nebrodi, hanno lasciato nell’edilizia anche minore di Ficarra un’importante testimonianza.

Rientro previsto a Palermo alle ore 20:30 circa.

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